Milano, quartiere Città Studi. Solo qualche giorno fa ecco apparire sui muri manifesti contro quattro ricercatori dell’Università Statale che si occupano di sperimentazione sugli animali. Con tanto di nomi e cognomi, ma anche indirizzi e numeri di telefono. E un tono minaccioso, caratterizzato da epiteti piuttosto aggressivi: “assassino”, “boia”, “torturatori di animali”. Per scoprire l’identità degli animalisti oltranzisti autori dei manifesti sono scattate adesso le indagini della procura.
Gli attacchi ai ricercatori dell’ateneo milanese che effettuano sperimentazioni sugli animali non sono una novità e la vicenda dei manifesti di minacce è solo il più recente episodio. Già qualche mese fa la Statale di Milano era stata bersaglio di un blitz animalista, durante il quale era avvenuta la liberazione di moltissime cavie, mandando così in fumo anni di ricerche. E non è nemmeno la prima volta che gli scienziati attualmente nel mirino dei gruppi contrari alla sperimentazione sugli animali ricevono attenzioni, critiche e insulti.
I bersagli delle minacce animaliste dicono di non sentirsi – almeno per ora – in pericolo e difendono la propria attività: “la sperimentazione animale è necessaria. Quella che ci rivolgono è un’accusa inaccettabile”. Nel frattempo, i quattro incassano la solidarietà espressa immediatamente da molte parti del mondo accademico. In primis quella del rettore della Statale di Milano, Gianluca Vago, che ha ribadito l’impegno del suo ateneo “in difesa della ricerca come strumento di miglioramento delle conoscenze e di cura per le persone malate”. E, mentre il presidente dell’associazione Pro-Test Italia, Dario Padovan, ha condannato l’episodio come una “caccia alle streghe”, il ministro Carrozza ha manifestato in un tweet la vicinanza propria e del ministero ai ricercatori vittima di intimidazioni e minacce da parte degli estremisti animalisti.
Intanto il parlamentare del Nuovo Centro Destra Carlo Giovanardi ha chiesto al presidente del Senato Piero Grasso, di sollecitare le autorità competenti, per scoprire e punire i responsabili del gesto dimostrativo. E ora, dopo una denuncia presentata alla polizia giudiziaria congiuntamente dai quattro ricercatori finiti nel mirino degli animalisti e dalla Statale, a indagare sugli autori dei manifesti di minacce sarà il pool antiterrorismo della procura di Milano, che si occupa anche degli episodi di violenza politica.