Non hanno schivato le critiche le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenuta mercoledì mattina ai microfoni di Radio Anch’io, la rubrica di approfondimento del Gr1 Rai.
Un lungo discorso sulle sorti dell’Università italiana, e sulla riforma, che però è stato criticato da alcuni studenti e senatori come poco aderente alla realtà.
Primo fra tutti, Antonio Rusconi, senatore del Pd e capogruppo in Commissione Istruzione al Senato. “La riforma dell’Università non è stata neppure calendarizzata al Senato, prevedere quando sarà calendarizzata alla Camera è solo nelle fantasie del ministro Gelmini” ha dichiarato il senatore in riferimento al discorso del ministro che annunciava entro metà ottobre la conversione in legge del ddl.
Respinti restano tutti gli emendamenti al ddl che erano stati presentati per integrare i pesanti tagli previsti per il 2011 agli atenei, in modo da consentire a questi almeno di pagare gli stipendi del personale, ha spiegato ancora Rusconi.
E ancora l’Idv, che ha accusato il ministro di “arrampicarsi sugli specchi” in merito al fatto che la manovra tiene da parte Università e Ricerca.
Critiche anche dal mondo studentesco, verso le dichiarazioni di Gelmini, che sono state definite come “assolutamente fuori dalla realtà” dalla Rete degli Studenti.
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Secondo me la Gelmini ha ragione.
A cosa serve prendere un pezzo di carta che non serve, vuoto?
Se pensiamo i lavori per cui serve una laurea e li contiamo ( medico, avvocato, farmacista, veterianario, geologo, ingegnere, matematico, chimico, fisico…..) arriviamo a una 50ina.
Vogliamo essere buoni, diciamo 100.
Vogliamo essere più buoni, arriviamo a 200 corsi di laurea.
Signori abbiamo più di 5000 corsi di laurea, ma ci rendiamo conto?
Mio fratello fa ingegneria, e mi diceva che solo ad ingegneria se non sono 100 corsi di laurea poco ci manca!
Una volta l’ ingegneria era un corso di laurea, uno solo, ora sono un centinaio( non li ho contati per la verità, ma sono tantissimi, forse anche più di 100)
ne basterebbero 3 filoni, con 2/3 di materie fondamentali e il restante 1/3 a scelta dello studente da scegliere in un bacino di materie complementari.
Ovvio che poi i soldi non bastano.
Con l’ aggravante che poi se uno studente prende una laurea che non serve a niente finisce a fare il disoccupato, quindi lo Stato paga per farlo diventare disoccupato e poi ha pure costi sociali, ci rendiamo conto di cosa si sta facendo?
Una mia opinione.
Nell’intervista a “Radio Anch’io” la Gelmini ha veramente dato i numeri. Se chi la critica avesse ascoltato bene l’intervista non si sarebbero fatte critiche così generiche, che denotano una conoscenza di seconda mano.
Ad esempio, in uno dei tanti passaggi, il Ministro ha detto che tutti sanno del livello di ignoranza sempre maggiore degli studenti italiani e che questo aumento dell’ignoranza deriva da un “eccesso di ore nelle scuole elementari”, cioè il problema è che i bimbi studiano troppo e troppe materie. Quindi, ha concluso, lei ed il Governo stanno cercando di porre un argine a tutto ciò “diminuendo il numero di ore”, in modo tale che i bambini non siano confusi dal troppo studio ed apprendano meglio le materie.
Un medico di fine ottocento avrebbe sentenziato: delirium tremens.
facciamo un pò di conti: Laurea a 27-28 anni, master 1 anno, borsa di studio 3 anni,rinnovata 3 anni, siamo a 35 a- 36 anni , fai il concorso da associato, se ci sarà, questo è il dilemma. mettiamo che non lo superi, ti ritrovi a 36 anni senza niente. Nel frattempo ti sei giocato altre possibilità. devi ricominciare tutto da capo !!!!!!!!!!!!!!! Questa non è la condizione per dare a giovani capaci di emergere, si sentiranno sempre precari e sono semplicemente sfruttati .