Il ministro dell’Università Maria Chiara Carrozza attacca i docenti over 70 che vogliono posticipare di due anni la pensione, dicendo che offendono “il proprio ateneo e i giovani”. La pesante dichiarazione è stata resa nell’intervista rilasciata a Sergio Nava di Radio24 per la trasmissione “Giovani Talenti” andata in onda oggi (sabato 9 Novembre) alle 13.30, ma già trapelata con un giorno di anticipo sui quotidiani.
Quello del pensionamento dei docenti over 70 è un argomento scottante per il mondo dell’università italiana, dal quale dipendono in parte i destini del turn over e la possibilità per i giovani ricercatori di far carriera negli atenei italiani, che quasi tutti ormai riconoscono essere nelle mani della gerontocrazia e dei cosiddetti ‘baroni’. L’attacco frontale del ministro Carrozza non è, quindi, il primo che arriva all’indirizzo di quei professori che, nonostante il raggiungimento dei limiti di età, non hanno alcuna intenzione di andare in pensione.
A frenare la voglia dei docenti ultrasettantenni di rimanere in cattedra ci aveva provato un articolo della legge 240 del 2010, la tanto contestata riforma Gelmini, che prevedeva l’impossibilità per professori e ricercatori universitari di chiedere una proroga biennale per il pensionamento, proroga che invece spetta a tutti gli altri dipendenti statali. Ed è proprio per questa disparità di trattamento che la scorsa primavera la Corte costituzionale ha decretato l’illegittimità del provvedimento, consentendo così ai docenti che lo voglio di poter rimanere in servizio fino a 72 anni.
A seguito della decisione della Consulta, non pochi docenti over 70 hanno chiesto al proprio ateneo di rinviare la pensione e, se la legge non può impedire che ciò avvenga, si tenta in altri modi di dissuadere i professori più anziani. In quest’ottica vanno valutate anche le dichiarazioni del ministro Carrozza, che invita senza mezzi termini i docenti ultrasettantenni a fare largo ai giovani ricercatori, appellandosi al loro senso di responsabilità. “Non si può tenere il posto e pretendere di rimanere solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri” ha sottolineato il ministro, ricordando anche che “in un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo”.
Un pensiero, quello del ministro Carrozza, che probabilmente è lo stesso del Cda della Statale di Milano, il quale solo qualche settimana fa ha deciso di rigettare le richieste di proroga del servizio di professori universitari che vogliano continuare a lavorare oltre i 70 anni per garantire uno svecchiamento del corpo docente.