Negli atenei americani vanno per la maggiore i corsi appartenenti a quegli ambiti in cui l’offerta di lavoro è più ampia e soprattutto ben remunerata, a discapito degli studi umanistici, che da alcuni anni a questa parte vivono un significativo declino e un irreversibile calo di iscritti. A giocare un ruolo fondamentale in questo cambiamento di tendenza è sicuramente la prolungata crisi economica, che sta trasformando le università in vere e proprie fucine per le professioni e di questo le autorità accademiche sono preoccupate.
Da Stanford ad Harvard, il declino degli studi umanistici – vuoi per il peso crescente assunto dall’economia nella vita politica del Paese, vuoi per il dilagare delle tecnologie informatiche e digitali – sembra interessare ormai un po’ tutti gli atenei americani. Tanto che alcune università hanno deciso di rafforzare i programmi del primo anno, ovvero quello in cui i piani di studio di gran parte delle facoltà – da lingue a ingegneria – si concentrano su una preparazione di base comune fatta soprattutto di saperi umanistici e necessaria per sviluppare un percorso formativo che vada verso qualsiasi direzione.
A Stanford, per fare solo un esempio, la percentuale di studenti dedita agli studi umanistici sfiora appena il 15 per cento, sebbene in tale ambiato sia impiegato ben il 45 per cento dei docenti undergraduate, ovvero di quelli che si occupano della formazione nei primi quattro anni di studio. Probabilmente l’origine di tale declino sta nella fama che, con il passare del tempo, questa università ha raggiunto per quanto riguarda la preparazione offerta nel settore delle scienze informatiche e delle tecnologia.
In altri atenei americani va ancora peggio: l’Edinboro University of Pennsylvania ha addirittura annunciato la chiusura dei suoi programmi di tedesco, filosofia, lingue e letterature straniere. E anche alla prestigiosa Harvard gli studi umanistici non se la passano così bene, facendo registrare un calo del 20 per cento nel numero degli studenti che scelgono questi percorsi formativi.
Secondo Leon Botstein, presidente del Bard College, molti non capiscono che gli studi umanistici permettono una formazione trasversale e lo sviluppo di capacità e abilità fondamentali per ogni tipo di attività. Tra l’altro, negli Usa gli studi si articolano in un bachelor degree (primi quattro anni) e nel master successivo, che consente di acquisire una preparazione molto specifica, quindi studi umanistici e studi tecnico-scientifici non si escludono a vicenda. “Abbiamo fallito – dichiara Botstein – a far capire che la preparazione umanistica è essenziale agli ingegneri tanto quanto agli scienziati, agli uomini d’affari tanto quanto ai professori di filosofia”. Questo è il presupposto dal quale occorre partire se si vuole contrastare il declino.