Scoppia la polemica tra gli atenei per la nuova gestione del turn over
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La nuova gestione del turn over premia l’università in cui il ministro Carrozza era rettore. Ed è subito polemica

da | Ott 2013 | News | 0 commenti

Scoppia il malcontento negli atenei italiani, specialmente in quelli del Centro-Sud, per via della gestione del turn over prevista dal decreto ministeriale sulla programmazione triennale dell’Università approvato nei giorni scorsi. Col nuovo sistema ci saranno mediamente più assunzioni al Nord, a discapito delle università che si trovano generalmente dello Stivale in giù. Tra gli atenei penalizzati ci sono La Sapienza, Napoli Federico II e Bari, mentre il primo in classifica per risorse ottenute è il Sant’Anna di Pisa, dove Maria Chiara Carrozza è stata, prima di diventare ministro dell’Istruzione, rettore. Ed è polemica.

Il decreto ministeriale assegna le risorse derivanti dai pensionamenti di ciascuna università, tenendo conto del vincolo del 20 per cento al turn over introdotto dal governo Monti per tutto il pubblico impiego con la spending review, secondo cui ogni dieci pensionati sono previste due assunzioni. La polemica deriva dal fatto che si usino le risorse provenienti da tutte le università, e in misura consistente da quelle del Centro-Sud, per poi finanziare le assunzioni solo in alcuni atenei, in maggioranza del Nord. Il quadro della situazione è tracciato in uno studio firmato da Beniamino Cappelletti Montano, ricercatore in Scienze matematiche e informatiche dell’Università di Cagliari, e pubblicato sul sito di informazione scientifica Roars.

Con questa nuova gestione del turn over, il Sant’Anna di Pisa è l’ateneo che ottiene più risorse: se l’anno scorso i pensionamenti totali di questa università hanno prodotto 2,25 punti organico (un ‘punto organico’ equivale al costo medio annuale di un professore ordinario), ora i punti sono saliti a 4,79. Tradotto, significa un turn over pari al 212 per cento, quindi il Sant’Anna, ogni 10 pensionamenti potrà fare ben 21 assunzioni. Ciò fa di questo ateneo un unicum in tutta la pubblica amministrazione e, se si considera che precedentemente il ministro Maria Chiara Carrozza ne è stato il rettore, appare ovvio che il nuovo sistema abbia creato grande polemica in parte del mondo accademico.

Oltre al Sant’Anna, gli atenei che risultano più premiati dagli effetti del nuovo decreto ministeriale sono la Normale di Pisa, Roma Tre, Parma, Bologna, Ca’ Foscari, il Politecnico di Torino, quello di Milano e anche alcune università meridionali come quelle di Catanzaro, del Sannio e della Basilicata. Ad essi vanno le risorse sottratte dai pensionamenti di altre sedi universitarie, che in questo modo si ritrovano con un turn over ben al di sotto del 20 per cento. Per il Miur non si tratta di un’ingiustizia, bensì della legge del merito, che favorisce i migliori atenei italiani. Le università che non si sono viste riconoscere gli sforzi fatti per risanare la propria situazione, tuttavia, non sembrano dello stesso avviso.

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