protesta ricercatori napoli
Circa un centinaio, ieri a
Napoli, sono scesi in piazza San Domenico Maggiore per dire ancora no al disegno di legge Gelmini così com’è stato approvato dalla Commissione Istruzione al Senato.
A muovere la
manifestazione con foto e striscioni ancora una volta i
ricercatori degli atenei campani, accanto a loro anche docenti, personale amministrativo e lettori. In piazza anche il rettore della Seconda Università di Napoli, Francesco Rossi.
La
richiesta di ricercatori e docenti delle Università campane – la Seconda Università, l’Orientale, la Parthenope, la Federico II e gli atenei di Salerno e Sannio – è stata quella di valorizzare la ricerca e il percorso lavorativo dei ricercatori.
Fondi alla ricerca e più certezze per l’avanzamento di
carriera, insomma, sono ancora i punti al centro delle richieste dei ricercatori, alcuni dei quali negli scorsi mesi hanno aderito al cosiddetto “
sciopero bianco” che li ha visti sospendere le attività didattiche non previste per legge come obbligatorie.
“Almeno il
40% dei corsi di laurea resta in funzione per il nostro lavoro ‘nero’, visto che gli atenei non hanno altri docenti strutturati per coprire gli incarichi” hanno ribadito ieri i ricercatori campani riuniti a Napoli, che hanno chiesto che il
ddl atteso per il voto il 15 giugno venga cambiato “se non si vuole che gli atenei pubblici italiani chiudano i battenti e che l’universita’ torni a essere un privilegio dei pochi”.