In Italia ancora troppo poche le donne con lauree tecnico-scientifiche
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In Italia ancora poche donne con una laurea tecnico-scientifica. Dal Miur due milioni per i progetti di orientamento

da | Ott 2013 | News | 0 commenti

Le lauree tecnico-scientifiche? Roba da maschi. Per lo meno qui in Italia, dove le donne sono appena lo 0,3 per cento del totale dei dottori in materie scientifiche o tecnologiche. A dirlo sono i dati forniti da Claudia Parzani, a capo di Valore D, associazione nata con l’obiettivo di promuovere il talento femminile in ambito aziendale, in occasione del convegno “Donne, scienza e tecnologia, un’opportunità per l’Italia”. Ma invertire la tendenza si può e, per farlo, l’associazione ha dato la propria disponibilità a collaborare con il Miur per la promozione del prossimo programma ministeriale sulle lauree tecnico-scientifiche.

In Italia sono ancora troppo poche le donne con una cultura scientifica e ciò si evidenzia di più se la nostra situazione viene messa a confronto, ad esempio, con quella della Germania, dove – stando sempre a quanto riportato da Parzani – le laureate in materie scientifico-tecnologiche sono l’1,4 per cento del totale, contro il 9,4 per cento degli uomini. Eppure, anche in Italia, scegliere di iscriversi a un corso di laurea dell’area tecnico-scientifica “paga”. Ad esempio, sembra che le donne ingegnere abbiano maggiore facilità a trovare lavoro e più prospettive di reddito. Forse anche per questo, nel 2012 le laureate in Ingegneria al Politecnico di Milano hanno raggiunto il 23 per cento, contro il 20,6 per cento registrato nel 2008.

Per colmare il gap con gli altri Paesi, Valore D – che riunisce ben 85 grandi aziende – ha lanciato al ministro Carrozza la proposta di collaborare per la promozione del piano ministeriale dedicato alle lauree tecnico-scientifiche. Il progetto, che verrà finanziato con due milioni di euro, prevede laboratori di orientamento per sostenere i corsi di laurea in Chimica, Fisica, Matematica e Scienza dei materiali, così da incrementarne le immatricolazioni. Tali laboratori sono organizzati in autonomia dagli atenei, in accordo con le scuole superiori e i tavoli regionali che coinvolgono, tra le altre cose, anche le associazioni industriali. Ed è proprio qui che entra in scena l’aiuto essenziale di Valore D.

La convinzione di Claudia Parzani è che “le laureate in materie tecnico-scientifiche siano fondamentali per lo sviluppo economico e un acceleratore per la crescita“. Per questo motivo, bisogna incentivare l’iscrizione delle donne ai corsi di quest’area disciplinare e favorire la promozione del talento femminile in ambito aziendale. Una sensibilità specifica di genere che appartiene, ad esempio, alla Fiat, in cui si parla già – così ha raccontato il presidente John Elkann al convegno di Milano – di orari flessibili in azienda e di un piano per gli asili nido.

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