Thailandia, ateneo adotta strano cappello paraocchi per non copiare
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Cappello paraocchi per non copiare: il nuovo metodo introdotto da un’università thailandese

da | Ago 2013 | News | 0 commenti

Sta facendo letteralmente il giro del mondo, indignando gli utenti dei social network, una foto che ritrae gli studenti della facoltà di Agraria dell’Università Kasetsart, a Bangok in Thailandia, intenti a sostenere una prova scritta con la testa infilata in un curioso copricapo di carta, una sorta di cappello con paraocchi, ideato ad hoc per non permettere di copiare. L’ateneo thailandese è finito al centro di una vera e propria bufera, accusato di aver leso la dignità dei suoi iscritti, ma dall’istituto non sono tardate ad arrivare le dovute spiegazioni.

Chi non ha mai avuto la tentazione di copiare il compito del vicino di banco? Ciò spiega l’impegno dei professori nell’adottare tutti gli stratagemmi possibili e immaginabili pur di evitare che ciò si verifichi. Mai nessuno, però, era finora arrivato a pensare di costruire un cappello paraocchi come quello ideato dall’università thailandese: si tratta di una sorta di elmo costituito da una fascia che va collocata attorno alla testa e da cui pendono, sia a destra sia a sinistra, due fogli bianchi aperti – delle specie di orecchie – per evitare sguardi indiscreti.

Il cappello paraocchi introdotto dall’università thailandese al fine di non far copiare fra di loro gli studenti ha suscitato non poche polemiche. L’ateneo – nella persona del professore titolare del corso – si difende spiegando che l’idea di questi strani cappelli è venuta agli stessi allievi in seguito a una discussione sull’etica personale. In particolare, in quell’occasione era stato chiesto loro come si potesse evitare il problema del copiare ed è così che i ragazzi hanno pensato di ricorrere allo strano paraocchi. Pare, quindi, che nessuno li abbia costretti a indossare il copricapo, anzi sono dispiaciuti che la loro idea sia finita al centro di tante critiche.

Dal canto suo, il consiglio di amministrazione dell’università thailandese ha dichiarato che non era nelle intenzioni umiliare gli studenti con questo curioso stratagemma,  che è stato ritenuto necessario poiché la stanza in cui si doveva tener l’esame era piccolissima e i ragazzi, piuttosto numerosi, seduti molto vicini l’uno all’altro. Inoltre, il rettore Wuttichai Kapilakarn ha promesso che esaminerà al più presto la questione dei cappelli paraocchi.

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