Ogni colloquio è un’occasione per dimostrare il proprio valore e per provare a ottenere un posto di lavoro. Ma affrontare un colloquio di lavoro non è cosa da poco!
In un colloquio è sempre bene rispettare delle norme di comportamento dettate dal buon senso e dall’educazione, ma sarà meglio capire nello specifico come affrontare il colloquio di lavoro e quindi le domande del selezionatore.
Innanzitutto bisogna distinguere i colloqui di lavoro in due categorie:
- centrati sul lavoro: utilizzati per reclutare personale specializzato per ricoprire carenze di organico ben definite;
- centrati sulla persona: utilizzati per l’assunzione di personale ad alto potenziale che, a seconda delle caratteristiche e delle competenze, verrà orientato a ricoprire il profilo professionale più adatto tra quelli disponibili.
Affrontare un colloquio di lavoro significa promuovere se stessi, perciò è necessario essere orientati all’ascolto e al dialogo, mantenendo sempre un atteggiamento tranquillo e fiducioso. Può risultare utile, inoltre, seguire alcuni consigli elaborati dagli esperti:
- chiarire motivazioni e obiettivi lavorativi;
- valorizzare i propri punti di forza, dimostrando anche consapevolezza dei propri limiti;
- mostrare determinazione, flessibilità e apertura mentale;
- fare domande sulle eventuali possibilità di crescita professionale;
- rispondere in maniera esaustiva, senza dilungarsi troppo né diventando frettolosi;
- evitare atteggiamenti aggressivi, seducenti o, al contrario, dimessi;
- accettare con filosofia eventuali disguidi (ritardi o imprevisti del selezionatore);
- non agitarsi per i momenti di silenzio;
- non farsi condizionare da un atteggiamento di freddezza o calorosità del selezionatore;
- evitare il discorso retribuzione, a meno che non venga affrontato dal selezionatore
Tra i momenti che possono mettere più in difficoltà nell’affrontare un colloquio di lavoro ci sono sicuramente le “domande cattive” e gli esercizi pratici. In entrambi i casi è bene mantenersi calmi e nel primo caso si consiglia di seguire il criterio del “porgere l’altra guancia“, per evitare spiacevoli botta e risposta caratterizzati da aggressività che potrebbero compromettere l’esito del colloquio.
Entrambe le situazioni, comunque, sono indice di un interesse da parte del selezionatore che intende verificare così il potenziale che ha percepito nel candidato intento ad affrontare il colloquio di lavoro. Spesso, infatti, sono i colloqui troppo veloci e cortesi a dover destare sospetto.