Tempi di crisi per i laureati interessati alla carriera internazionale presso le istituzioni europee: il Ministero degli Esteri ha infatti bloccato l’erogazione delle borse di studio per frequentare il Collegio d’Europa, celebre istituto di studi europei con sede a Bruges in Belgio, e a Natolin, in Polonia.
L’ammontare delle borse di studio era già ridotto in partenza (intorno a 5000 euro per finanziare un intero anno accademico) rispetto ai finanziamenti riconosciuti agli studenti da parte degli altri Stati Europei, ma avrebbe comunque rappresentato un valido aiuto per gli studenti brillanti ma privi di mezzi chi si proponevano di studiare (Law), economia (Economics), politica ed amministrazione (Politics and Administration) e relazioni internazionali e diplomazia (International Relations and Diplomacy) presso un campus che accoglie ogni anno circa 400 europei, di cui il 10% è rappresentato da italiani.
La notizia è stata riportata dal quotidiano “La Stampa”, che ha pubblicato un estratto della lettera con cui il Ministero degli Esteri congeda gli aspiranti funzionari europei: “Con l’occasione si comunica che, allo stato attuale, per l’anno accademico 2009-2010 – scrive il Mae – non è prevista la concessione di borse di studio da parte di questo Ministero e che i costi (21.000 euro per il soggiorno presso il Campus di Bruges e 19.000 euro per il soggiorno a Natolin) saranno interamente a carico dei partecipanti”.
E così, rinunciando a sostenere la formazione economica, politica e giuridica dei migliori talenti che dovrebbero rivestire ruoli di rilievo nelle istituzioni UE, l’Italia finisce per ribadire ancora una volta che fare carriera in politica resterà sempre una questione di reddito.