Si accende la speranza per chi è affetto da atrofia muscolare spino-bulbare, conosciuta anche come malattia di Kennedy, una patologia che viene trasmessa geneticamente ai soli individui di sesso maschile e che a lungo andare può comportare difficoltà soprattutto nella deambulazione, associate spesso a sintomi bulbari – ovvero problemi a deglutire e ad articolare le parole – e talvolta respiratori. Uno studio condotto dall’Università di Padova, infatti, ha scoperto che un comune antiasma, il clenbuterolo, potrebbe curarla.
A condurre la ricerca sulla malattia di Kennedy è stato il dottor Gianni Sorarù, ricercatore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, che ha scoperto le grandi potenzialità racchiuse in questo comune antiasma grazie a una sperimentazione clinica. L’indagine, in particolare, è stata effettuata su venti individui affetti da atrofia muscolare spino-bulbare, che hanno da subito beneficiato degli effetti del farmaco: “La sperimentazione che abbiamo condotto somministrando il clenbuterolo per via orale – spiega Sorarù – ha avuto un grande successo. La forza fisica dei pazienti è migliorata sensibilmente, senza effetti collaterali di rilievo. Per questo abbiamo ora intenzione di istituire un trial clinico più ampio”.
A proposito dello studio farmacologico, il ricercatore dell’Università di Padova invita i pazienti italiani che soffrono della malattia di Kennedy a contattare l’Ambulatorio malattie del motoneurone del Policlinico universitario della città veneta, per una prima fase informativa. La sperimentazione – i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Neurology – ha finora riscosso grande successo. Si spera adesso che anche le fasi successive siano altrettanto fortunate, affinché l’antiasma possa davvero contribuire alla lotta contro questa malattia.
L’atrofia muscolare spino-bulbare ha una diffusione di circa uno su trentamila nati maschi. I sintomi solitamente compaiono tra i 30 e i 60 anni e comprendono tremore, crampi muscolari, affaticamento e disartria. A lungo andare, la malattia di Kennedy porta a debolezza e atrofia dei muscoli bulbari e degli arti, comportando disfonia, tic muscolari, atrofia linguale, difficoltà alla masticazione e anomalie del movimento. Il declino cognitivo, invece, è minimo oppure assente.
sarebbe molto bello,infatti mi sono iscritto per la sperimentazione,pero’ ho letto che il clenbuterolo ha molti effetti collaterali cioe’ ha l’effetto di uno steroide anabolizzante.Qualcuno mi puo’ rassicurare?mille grazie.