Ecco il mantello dell'invisibilità: ci lavora l'Università del Texas.
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Ecco il mantello dell’invisibilità: viene dal Texas, ma l’ha creato un italiano

da | Mar 2013 | News | 0 commenti

Ultrasottile, flessibile e in grado di nascondere gli oggetti avvolgendoli: ecco un vero e proprio mantello dell’invisibilità. Non parliamo di Harry Potter ma del risultato del lavoro di un gruppo di ricerca dell’Università del Texas coordinato dall’italiano Andrea Alù, i cui risultati sono stati pubblicati sul New Journal of Physics.

Per ora il mantello rende invisibili gli oggetti che avvolge alle microonde, ma per la prima volta gli esiti ottenuti sono tali da gettare le basi per una nuova tecnologia che possa essere in grado di nascondere gli oggetti anche alla luce visibile. Il mantello dell’invisibilità messo a punto in Texas è un vero sottilissimo – spesso un decimo di millimetro – telo metallico, realizzato in pellicola di policarbonato flessibile con tracce di rame stampate in superficie.

Come funziona? Grazie a campi magnetici. Infatti gli oggetti appaiono visibili quando le onde luminose – o onde sonore, microonde, raggi x – rimbalzano sulla loro superficie verso i nostri occhi, che elaborano l’input ricevuto; viceversa, se non rimbalzano, si può dire che l’oggetto non sia visibile. Spiega Alù: “quando i campi elettromagnetici diffusi dal mantello e dall’oggetto interferiscono, si annullano a vicenda”. Ecco la cancellazione delle onde che colpiscono l’oggetto: “l’effetto complessivo è la trasparenza e l’invisibilità a tutti gli angoli di osservazione”.

Il test a cui è stato sottoposto il mantello ha dato esito positivo: gli scienziati hanno tentato, riuscendoci, di rendere invisibile alle microonde un cilindro alto 18 centimetri. Il passo successivo del team di ricerca sarà adesso quello di provare a rendere l’oggetto coperto dal mantello invisibile anche alla luce.

Si tratta di una strada ancora tutta da percorrere, per quanto il mantello made in Texas segni un notevole passo avanti nella ricerca svolta finora. “Questa tecnica permette di realizzare più facilmente mantelli dell’invisibilità alla luce visibile rispetto agli altri materiali usati finora in questo campo. Tuttavia, ci sono limiti sulla larghezza degli oggetti che si possono nascondere e le frequenze alle quali è possibile operare” ha continuato Alù, spiegando che “il metodo potrebbe neutralizzare la luce che incide su oggetti minuscoli, di pochi miliardesimi di metro“.

Il mantello dell’invisibilità di Alù e compagni è poi più adattabile e facilmente producibile di tutti i suoi antecedenti. Nessuna magia, è tutta scienza.

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