Troppi studenti di Psicologia: a rischio formazione e qualità della prestazione. Questo il monito che si legge in una nota congiunta stilata dai principali organi di rappresentanza professionale, accademica e scientifica del settore: il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, l’Associazione Italiana di Psicologia, la Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Psicologia, la Consulta dei Direttori dei Dipartimenti di Psicologia. Chiesto anche un incontro al ministro dell’Istruzione Francesco Profumo.
Occorre, secondo la nota, un deciso cambiamento di rotta rispetto all’organizzazione dei corsi di laurea presenti nelle nostre università. Un alto numero di studenti – eccessivo rispetto alle capacità di assorbimento del mercato del lavoro – compromette il raggiungimento e il mantenimento di standard didattici adeguati: “continuare ad iscrivere numeri di studenti ormai inaccettabilmente alti ai Corsi di Studio in Psicologia può avere gravi conseguenze negative sulla capacità dei dipartimenti universitari di mantenere standard didattici adeguati a formare e favorire le possibilità occupazionali di professionisti competenti e responsabili, nonché a integrare le attività di didattica, ricerca e tirocinio nelle aule e nelle sedi professionali”.
Intervenire, secondo la nota degli organi di rappresentanza, significa anche riconoscere l’importanza che il ruolo professionale dello psicologo riveste nella nostra società, ed essere “ben consapevoli delle responsabilità che gli psicologi assumono nella tutela della salute e della sicurezza dei cittadini”. Oggi niente di questo sembra essere presente nella nostra organizzazione universitaria. Anzi, per citare ancora la nota: “l’elevata numerosità delle classi, così come stabilita dal recente D.M. n. 47 su Autovalutazione, Valutazione periodica e Accreditamento ostacola la transizione tra formazione e lavoro e pregiudica la qualità delle competenze professionali”.
Ecco dunque la sollecitazione di un incontro col ministro dell’Istruzione “per individuare una numerosità di immatricolati più consona ad assicurare i necessari obiettivi didattici e formativi e affrontare gli impegni onerosi richiesti dal nuovo sistema di valutazione anche in materia di occupabilità dei laureati“. Si attendono ulteriori sviluppi.