Partiti con un anno di ritardo rispetto al decreto n. 139 del 2011, i tirocini formativi attivi non smettono di far discutere e creare qualche perplessità. Soprattutto in questi giorni, in cui si attendono notizie e già s’innalzano le polemiche per l’istituzione di un “TFA speciale” accanto a quello “ordinario”.
Dopo il concorso per l’ammissione e la pubblicazione delle graduatorie, il TFA ordinario è finalmente partito, ma già pare che ci sia “una situazione eterogenea in relazione alla tempistica di inizio“, che potrebbe compromettere la conclusione dei corsi nei tempi previsti, a tutto danno dei tirocinanti. Si parla poi della possibilità che i singoli atenei, su sollecitazione dei capi dipartimento di Istruzione e Università, Lucrezia Stellacci e Raffaele Liberali (nota del 28 febbraio scorso) decidano di rimborsare le tasse ai candidati che abbiano inoltrato richiesta di iscrizione a più di un corso di tirocinio formativo attivo ma vi abbiano poi rinunciato.
Per quanto concerne il TFA speciale, invece, si attende per questa settimana la firma del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, sul documento che introduce la possibilità per i docenti con un determinato requisito di servizio – almeno tre anni di servizio negli anni scolastici compresi tra il 1999/2000 e il 2011/12, ma alla Camera è stato proposto di arrivare fino al 2012/13 – dell’abilitazione senza selezione iniziale e tirocinio. Sarebbero intorno agli 80mila i potenziali beneficiari del provvedimento.
Come è ovvio, i corsisti del TFA ordinario non paiono essere felici della possibile introduzione di quello speciale, che ammetterebbe altri docenti precari che non hanno dovuto preparare – o perfino che non hanno superato – le prove di ammissione (due scritte e una orale) che hanno sollevato tante polemiche la scorsa estate. Nei vari atenei italiani è iniziata la protesta, sostenuta anche da professori universitari, contro questo “condono”.
Una guerra fra poveri, come ha detto qualcuno: da una parte chi ha studiato e si è preparato per le selezioni del TFA ordinario e dall’altra chi, da precario, ha permesso per anni alla scuola di funzionare. Di mezzo però c’è proprio lei, la scuola, ossia lo strumento per eccellenza di formazione delle nuove generazioni, e non resta che augurarsi il suo bene.