Da quest’anno o dal prossimo potrebbero esserci dei cambiamenti significativi nel concorso che regola l’accesso alle scuole di specializzazione in Medicina. Questo almeno si augura il “Comitato pro nuovo concorso specializzazioni mediche”, costituito da studenti che chiedono una riforma che mandi in pensione le attuali selezioni a livello locale per garantire maggior imparzialità di giudizio.
Il comitato è molto attivo in tutti i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, con apposite raccolte firme, presente su Internet e sui social network, con petizioni e forum di confronto online, ma non solo. Sul versante istituzionale il comitato di studenti ha iniziato un dialogo col Dott. Daniele Livon, direttore del MIUR, da cui è emerso un comune intento che ha portato a una bozza di riforma al momento in Consiglio di Stato per l’approvazione definitiva.
In sostanza, quel che evidenzia il comitato sono alcune criticità del sistema attuale, a partire dal fatto che il concorso di ammissione alle scuole di specializzazione mediche sia locale e la commissione giudicatrice costituita da docenti afferenti alle stesse facoltà di Medicina e Chirurgia sedi delle selezioni. Anche il procedimento di valutazione, attualmente basato su due prove – una scritta a risposta multipla, con domande estratte da un database, e una cosiddetta “pratica” nella quale il candidato deve fare una breve relazione su un referto o un dato clinico, diagnostico o analitico – e sulla valutazione del curriculum sembra a molti inadeguato e poco oggettivo.
Gli studenti aderenti al comitato per la riforma del concorso di ammissione alle scuole di specializzazione mediche obiettano che la prima prova sarebbe un esercizio puramente mnemonico, e quindi inadatto a giudicare l’effettiva preparazione da medico dei candidati. Ma è la seconda quella più criticata: elaborata dalle commissioni locali, è infatti corretta secondo parametri soggettivi, poco garantisti e privi di trasparenza. Anche la valutazione del curriculum, così come attualmente strutturata, si presta a perplessità, in primis per il fatto che per avere un punteggio competitivo bisognerebbe scegliere la specializzazione troppo presto, per accumulare punti in attività formative coerenti, oltre ai limiti discrezionali già evidenziati dalla prova pratica.
Che fare? Il “Comitato pro nuovo concorso specializzazioni mediche” propone una riforma che preveda la selezione su base nazionale, sul modello di Francia e Spagna, con una prima prova unica su tutto il territorio basata su quiz non estratti da un database noto, l’abolizione della seconda e una revisione dei punteggi delle varie voci della valutazione del curriculum.
Questi sono gli obiettivi del movimento: migliorare le prestazioni del Servizio sanitario nazionale a partire dalla meritocratica selezione dei giovani medici e futuri specialisti e ripristinare i principi di trasparenza, obiettività e valorizzazione del merito – gli stessi punti che aveva evidenziato qualche mese fa anche il Ministro Profumo.
Futuri specializzandi (e non solo): forse qualcosa si sta muovendo. Nei prossimi tempi staremo a vedere.
http://www.riformamedicina.com
La riforma deve essere immediata c’è gente che aspetta già da parecchio tempo!