Una pioggia di ricorsi contro le facoltà a numero chiuso della Sapienza e di Tor Vergata. In attesa di vedere quale sarà la decisione della Corte Costituzionale sullo sbarramento nelle università, sono infatti mille gli studenti, quasi tutti di Medicina, pronti a presentare al TAR del Lazio dei ricorsi auto-tutelativi. Lo stesso tribunale amministrativo poco più di una settimana fa ha ammesso con riserva decine di candidati che erano stati bocciati per non aver raggiunto il punteggio minimo previsto dai bandi di ammissione.
L’azione legale contro il decreto del Ministero dell’Istruzione è stata promossa dall’Unione degli Universitari (Udu), che è stata letteralmente invasa dalle e-mail di almeno mille studenti romani intenzionati a fare ricorso. Nella maggior parte dei casi si tratti di candidati non ammessi alle facoltà di Medicina per le quali i termini per presentare ricorso al Quirinale sono però scaduti, in quanto sono passati i 120 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie contestate.
Resta però possibile, come spiega il sindacato degli studenti, rivolgere un ricorso tutelativo al TAR che consentirebbe ai ragazzi, nel caso in cui la sentenza dei giudici costituzionali sia favorevole, di poter accedere immediatamente ai corsi di studio per i quali avevano presentato domanda. “Ogni studente che ha sostenuto i test d’ingresso quest’anno e ha ottenuto un risultato intorno ai 35 punti senza essere entrato nella sua facoltà, può avere la possibilità di rientrarvi” fanno sapere dall’Udu.
È appena scaduto anche il termine per presentare un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per quanti hanno partecipato ai test di ammissione per Veterinaria e Architettura, e, sempre secondo l’Udu, sono stati più di quaranta gli studenti che hanno chiesto di essere riammessi al proprio corso di studi. La decisione della Corte Costituzionale dovrebbe arrivare nel giro di pochi mesi e potrebbe portare all’eliminazione dello sbarramento nelle università.
A difesa del numero chiuso, seppure con qualche perplessità, si è espresso invece il rettore dell’Università di Tor Vergata, Renato Lauro. Lauro giustifica lo sbarramento con la necessità di non formare più medici di quanto necessario e, dunque, disoccupati. “Il numero programmato – spiega – è una garanzia per chi inizia il percorso accademico perché riesce a calmierare l’accesso alla categoria e nello stesso tempo assicura agli studenti una buona formazione”.
Quello del numero chiuso per regolare l’accesso alle facoltà universitarie è, secondo Lauro, un problema molto delicato che non può essere risolto semplicemente grazie a una sentenza. Per quanto riguarda i mille ricorsi in arrivo, il rettore ha spiegato che, qualora avessero esito favorevole per i non ammessi, potrebbero essere accolti solo un certo numero di studenti poiché non ci sarebbero nemmeno sufficienti posti nelle aule.