Uno studio condotto dai ricercatori israeliani della Ben-Gurion University (BGU) rivela che Waze, l’app gratuita per i sistemi Android, è utile non solo agli automobilisti ma anche alle forze di polizia, in quanto riduce il rischio di incidenti rendendo così le strade più sicure. I risultati completi della ricerca sono stati presentati a Eliat, in Israele, nel corso della ventisettesima Convention of Electrical and Electronics Engineers.
Waze è un’app di navigazione satellitare per smartphone scaricabile gratuitamente e aggiornata costantemente dai circa 30 milioni di utenti in tutto il mondo che la utilizzano. Nelle intenzioni dei suoi stessi creatori, si tratta di una applicazione GPS per condividere in tempo reale informazioni sul traffico, così da risparmiare tempo e benzina. L’enorme mole di dati raccolti ogni giorno da Waze ha però un potenziale molto più alto e potrebbe essere utilizzata, ad esempio, per migliorare la sicurezza delle strade, un tema molto sentito, se si pensa che solo in Italia vi sono in media più di 200mila incidenti stradali all’anno (circa 600 al giorno).
Di fatto, sostengono i ricercatori israeliani, Waze renderebbe più sicure le strade grazie proprio all’attività dei suoi fruitori che attraverso l’app condividono notizie sul traffico, sull’agibilità delle strade, sulla presenza di incidenti o di pattuglie. Tutti dati che, come spiega il coordinatore della ricerca, Michael Fire, “possono aiutare la polizia a identificare tratti pericolosi delle strade in tempo reale o, in alternativa, i luoghi dove sono necessarie limitate forze di polizia”.
Ad esempio, usare l’app per ordinare i dati su incidenti stradali o cattiva manutenzione delle strade permetterebbe agli agenti di presidiare maggiormente le aree considerate più a rischio ed evitare invece un inutile dispiegamento di uomini e mezzi su strade più sicure e meno trafficate. Inoltre darebbe la possibilità alle forze dell’ordine di poter intervenire con maggiore tempestività in caso di pericolo. Dallo studio della Ben-Gurion University, infatti, risulta che in media i tempi di risposta variano, a seconda dei casi, dai 20 ai 40 minuti.