90 milioni di euro per l’Erasmus e 423 milioni per la ricerca, sono i fondi di cui ha bisogno la Commissione Europea per assicurare all’Europa una vera competitività nel mondo globalizzato. Un appello è stato lanciato a tutti gli Stati membri dell’Unione dal Presidente della Commissione José Manuel Barroso che nei giorni scorsi ha dichiarato: “Gli Stati membri devono onorare i propri impegni, evitando di interrompere i versamenti a favore degli studenti che partecipano al programma Erasmus”, sottolineando anche che “questi pagamenti sono indispensabili per rilanciare la crescita e creare posti di lavoro in tutta l’Unione”.
La richiesta arriva dopo una revisione del bilancio 2012 da parte della Commissione Europea, che ha messo in luce come siano necessari altri 9 miliardi di euro per aiutare studenti, ONG e imprese e assicurare lo sviluppo futuro dell’Europa. La mancanza di fondi comporterebbe la drastica riduzione dell’entità delle borse Erasmus o del numero di posti disponibili per gli studenti e l’incapacità di prefinanziare progetti di ricerca.
Janusz Lewandowski, Commissario per la programmazione finanziaria e il bilancio, ha richiesto l’intervento di Consiglio e Parlamento europei, responsabili di aver votato un bilancio inferiore alle necessità. Questa settimana i membri del Parlamento si sono riuniti e hanno deciso con 492 voti a favore di riportare nel bilancio i quasi 2 miliardi di euro che erano stati tagliati da progetti-chiave come il programma Erasmus Mundus, il Lifelong Learning e il Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo.
Questa volontà si scontra, però, con i grossi problemi economici che stanno fronteggiando tutti i Paesi dell’Unione. Austria, Gran Bretagna, Finlandia, Francia, Germania, Olanda e Svezia hanno già rifiutato l’aumento dei fondi proposto dalla Commissione Europea. Tra questi sei Francia, Germania e Finlandia hanno, anzi, chiesto un taglio di 5 miliardi di euro per il 2013.
La questione potrebbe trovare soluzione il 9 novembre, data in cui terminerà il Conciliation Council, un consiglio speciale tra i ministri dei vari Paesi membri e i delegati del Parlamento Europeo, riunitisi allo scopo di capire se esistono risorse economiche sufficienti affinché si possa ripristinare qualche fondo da destinare alla ricerca e alla mobilità studentesca.
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