Sul fronte della formazione online il nostro Paese è decisamente arretrato rispetto a Stati Uniti o Gran Bretagna, dove i corsi e i master universitari interamente via Internet sono una consuetudine. Le università telematiche in Italia si possono contare sulle dita di una mano, anche se pian piano stanno attirando sempre più studenti. Accanto agli atenei veri e propri esiste una piccola isola virtuosa: Oilproject.
Si tratta della più grande piattaforma italiana di condivisione di conoscenze online. A pensarci è stato uno studente, appena ventenne, che l’ha creata grazie all’aiuto di altri ragazzi incontrati in un forum online di tecnologia. Oggi il progetto è gestito da Marco De Rossi, l’ideatore, coadiuvato da Edoardo Biraghi (tecnologia), Stefano Capezzuto (contenuti) e Antonio Romano (strategia e pianificazione). Il loro motto è: “Liberi di imparare, liberi di insegnare“.
Università.it è andata a intervistare Marco, l’ideatore del progetto, per farsi raccontare una storia che, se pensiamo all’età dei protagonisti, fa ben sperare per il futuro del nostro Paese e per le nuove generazioni.
Ciao Marco, tu sei il fondatore di Oilproject, una scuola di formazione gratuita online, gestita da studenti. È tutto vero?
Sì, è tutto vero! Esiste una redazione interna di 7 persone che producono contenuti, più altre 4 che lavorano sul progetto tutti i giorni. A questi si aggiungono 20-30 redattori esterni che collaborano inviando le lezioni da fuori, oltre a 400-500 persone che hanno inviato qualcosa.
Raccontaci come è nata l’idea di creare una scuola gratuita online.
L’idea ci è venuta nel 2004 e, fino al 2011, non eravamo una start-up, ma un gruppo informale, nato come risposta all’esigenza di condividere fra pari le nostre conoscenze. Io all’epoca avevo 14 anni, gli altri ragazzi 15 o 16 e ognuno di noi aveva delle competenze informatiche diverse. C’era chi conosceva bene i linguaggi di programmazione, chi quelli di web design, chi Linux, così abbiamo pensato di creare una piattaforma online dove poter scambiare le rispettive competenze. Facevamo i “professori” a turno e, dato che le prime lezioni avvenivano in chat, il professore più bravo era naturalmente quello che scriveva più velocemente. L’anno scorso Oilproject ha vinto il finanziamento di Working Capital di Telecom Italia (un incubatore e acceleratore di imprese) ed è diventato una vera e propria start up.
Perché avete scelto Oilproject come nome? Che significato ha?
In realtà Oil sta per Open Informatic Lesson. Un acronimo sbagliato. Allora eravamo giovanissimi, non sapevamo bene l’inglese e avevamo un approccio un po’ “quick and dirt”. L’importante era scambiare informazioni, più che trovare il nome giusto. Col senno di poi, a livello di marketing, forse era meglio cercare un naming più accattivante, ma ormai ci siamo affezionati a quest’errore.
Spiegaci come funziona la piattaforma.
La piattaforma è aperta a tutti e permette a chiunque di imparare o insegnare. Una volta registrato, l’utente può guardare un video, fare esercizi, proporre contenuti. Può anche postare delle domande, la cui risposta è garantita entro le 48 ore. La navigazione può avvenire sia per argomenti, che per tipologia di contenuti (lezioni testuali, lezioni video, esercizi) oppure si possono seguire dei corsi che accorpano circa 15 slot di lezioni testuali o video e qualche esercizio. In passato utilizzavamo, con una certa frequenza, la lezione in diretta che veniva trasmessa, in videochat, due o tre volte la settimana, solitamente dalle 21.00 alle 22.00. Gli utenti potevano anche interagire col relatore che rispondeva alle domande più votate. Da giugno di quest’anno, però, ci stiamo focalizzando maggiormente su lezioni registrate che durano dai 5 agli 8 minuti, massimo 10. Abbiamo notato che questo intervallo di tempo permette di mantenere alta la soglia dell’attenzione. E poi c’è la possibilità di insegnare…
Ecco Marco. Quest’argomento mi interessava. Parlami degli insegnanti. Come vengono selezionati?
Riguardo alla verifica della qualità dei contenuti siamo contro le dinamiche da comitato scientifico. Esiste una redazione di esperti che produce contenuti sui diversi argomenti e poi ci sono i contenuti inviati dagli utenti. In 8 anni su 2.500 contenuti, solamente 400-500 sono stati prodotti dalla redazione, mentre gli altri sono stati inviati dagli utenti. Nella scelta dei contenuti da pubblicare la redazione verifica sempre due cose: che non contengano errori e che il video o il testo funzionino effettivamente come una lezione dotata di una struttura precisa e una finalità didattica. Gli insegnanti hanno dai 14 ai 75 anni. A volte sono perfetti sconosciuti, altre volte sono intellettuali, imprenditori, esponenti politici, scrittori o scienziati.
Ma chi garantisce l’autorevolezza della fonte?
La bontà della fonte viene decretata dagli utenti stessi. Se, ad esempio, ci arrivano due testi sullo stesso argomento, li pubblichiamo entrambi. Sarà poi la comunità stessa, grazie ai like e ai commenti, a decidere quale sia il più valido. Si tratta di una sorta di valutazione fra pari.
Abbiamo fonti molto autorevoli, come Marco Belpoliti, professore di Sociologia della letteratura e Letteratura italiana presso l’Università di Bergamo. Si tratta di uno dei massimi esperti di Italo Calvino in Italia e le sue lezioni di Letteratura, nel nostro portale, sono state viste in un anno da 10.000-15.000 persone. Se pensi che alle sue lezioni all’università partecipano in media circa 100 persone, capisci che la capacità di Internet di moltiplicare per 100 questo numero è fondamentale per quello che stiamo facendo: cercare di portare la cultura a chi vive in zone dove c’è una scarsa offerta didattica.
Quali sono le materie e gli argomenti che si possono trovare su Oilproject, oltre alla letteratura italiana?
Su Oilproject si parla di qualsiasi cosa: dall’economia al mondo del lavoro. Nei primi due anni ci occupavamo più che altro di sicurezza informatica e avevamo raccolto una certa massa critica. Poi col tempo abbiamo inserito soprattutto materie scolastiche fondamentali, quelle classiche che studiano gli studenti degli ultimi anni delle superiori e dell’università: letteratura italiana, letteratura inglese, chimica, biologia, fisica, astronomia, scienze della terra, filosofia, matematica, web design. Recentemente abbiamo inserito anche macroeconomia, perché crediamo sia importante che la gente sappia la differenza fra un bot e un btp o che capisca cos’è lo spread di cui si parla tanto.
Che profilo hanno gli utenti che seguono le vostre lezioni?
C’è un grosso blocco di studenti fra i 18 e i 23 anni, forse per la natura delle materie o, forse, perché sono coloro che ne hanno più bisogno. L’età media si alza (25-32 anni) quando pubblichiamo contributi di personalità come l’economista Pietro Ichino o i politici Paolo Gentiloni e Italo Bocchino, che toccano argomenti di pubblico interesse.
Abbiamo anche qualche visita dall’estero, probabilmente qualche italiano emigrato in altri paesi, ma per ora non abbiamo pensato ad una versione inglese del sito, perché c’è già abbastanza carenza in Italia di cultura e all’estero ci sono già progetti navigati come Coursera e KhanAcademy.
Marco, parliamo di numeri. Quante persone riuscite a formare ogni giorno?
Se misuriamo le ore di formazione effettiva siamo nell’ordine delle migliaia. Considera che da maggio 2011 a maggio 2012 hanno visto almeno una lezione circa 250.000 persone.
Mica male. Qualche progetto per il futuro?
La differenza la fa il dettaglio, quindi dobbiamo lavorare molto sulla piattaforma per migliorarla e renderla appetibile per gli insegnanti.
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