Si sta trasformando in una battaglia a colpi di ricorsi la “questione statuto” all’Università di Catania. Il mese scorso l’annuncio del ricorso del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca al Tar, per impugnare la nuova carta costituzionale dell’ateneo, che però non ci sta e fa scattare il “contro-ricorso”, depositato nei giorni scorsi al tribunale amministrativo di Catania.
Il ricorso del Miur, secondo i legali dell’Università siciliana, gli avvocati Felice Giuffrè e Vincenzo Reina, “merita di essere respinto, non soltanto perché palesemente infondato, ma anche perché inammissibile“. Inascoltate dunque le richieste di studenti e docenti, come Vincenzo Di Cataldo, Preside della Facoltà di Giurisprudenza, che in una lettera aperta al Rettore Antonio Recca (nella foto) lo esorta a concordare con il Miur “una cessazione delle ostilità basata sull’azzeramento di questo statuto indecente e riavviare dall’inizio il processo di redazione del nuovo statuto”.
Il Rettore e i suoi legali sembrano aver scelto invece la strada dello scontro aperto con il Ministero, in quello che si annuncia un lungo braccio di ferro legale.
Tutto inizia, come abbiamo ricostruito in un precedente articolo sul caso, con i rilievi di legittimità con cui il Miur bocciava lo scorso novembre 18 articoli su 43. (Anche se, secondo molti, la questione di legittimità comincia molto prima, con la nomina di una commissione statuto – sempre secondo Vincenzo Di Cataldo – essenzialmente “nominata dal Rettore” e approvata in Senato “con palese violazione del regolamento elettorale”). I rilievi ministeriali, tuttavia, non vengono alcun modo recepiti, da qui il ricorso al Tar contro l’ateneo, depositato il 19 gennaio.
Un atto “inammissibile” secondo il Rettore. Il cavillo starebbe tutto nella violazione dei tempi tecnici. Il Ministero aveva 120 giorni di tempo per formulare eventuali rilievi, con deadline secondo l’ateneo il 18 novembre 2011. La nota invece sarebbe arrivata in ritardo, il 24 novembre 2011, e per giunta via fax. Ma non basta, i legali Giuffrè e Reina mettono in dubbio la cogenza stessa dei rilievi: “Lo Statuto dell’Università – si legge in una dichiarazione riportata da CataniaToday.it – è atto normativo riconducibile interamente all’autonomia dell’Ateneo. Pertanto, il controllo con richiesta di riesame attribuito al Ministero si configura come esterno, eventuale, non idoneo ad arrestate definitivamente l’entrata in vigore delle disposizioni”.
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