Gli studenti di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari si sono visti rivolgere un curioso ammonimento dal professor Giovanni Cocco, docente di Diritto Penale: chi non indosserà vestiti decorosi d’ora in poi non potrà presentarsi per sostenere gli esami. L’avviso, comparso sul sito web dell’ateneo, ha lasciato interdetti molti lettori.
Già il titolo del messaggio, d’altronde, non lasciava dubbi: con “Abbigliamento con cui presentarsi ad esami e lezioni” il docente, stanco della moda attuale poco consona all’ambiente di studio e di ricerca, ha voluto porre fine all’uso di presentarsi in aula con vestiti succinti o troppo sbracati. In particolare, il professor Cocco ha espresso la propria riprovazione contro l’uso di indossare pantaloni tanto calati da mostrare la biancheria, affermando che “non verrà più tollerata la esibizione di mutande od altro abbigliamento intimo”.
Inutile, per gli studenti vestiti all’ultimo grido, appellarsi al valore sovversivo della moda: “a parte la ridicolaggine di chi pensa di fare la rivoluzione o affermare la propria personalità in – e con le – mutande (ancorché acquistate a caro prezzo e con il marchietto da esibire), è appena il caso di sottolineare che il rispetto reciproco è alla base di qualsiasi convivenza”, recita infatti il messaggio in questione.
Non si può dire che la scuola italiana sia nuova a queste vicende, che però hanno caratterizzato soprattutto gli istituti scolastici superiori. Stupisce, quindi, ritrovare un ammonimento simile all’Università di Cagliari, anche se, per il college di Oxford che infrange il proprio dress code tradizionale in favore di gay e transessuali, un’università sudamericana aveva ritenuto opportuno espellere, qualche anno fa, una studentessa colpevole di aver indossato vestiti troppo succinti.
Il richiamo del docente dell’Università di Cagliari ha suscitato varie reazioni in Rete, alcune di disaccordo, altre di sostegno, molte di stupore. Gli studenti dell’UniCa, tuttavia, hanno poco da protestare: l’opposizione del professor Cocco contro “la penultima moda idiota” è assoluta. “D’ora in poi una siffatta mancanza di rispetto impedirà che si proceda ad esaminare l’autore (ovviamente di qualsiavoglia genere) di una siffatta esibizione, che dovrà ripresentarsi vestito in consonanza con le aule universitarie frequentate”, ha dichiarato il docente. Non resta quindi che optare per vestiti decorosi, se si vuole proseguire nel proprio curriculum di studi.
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