Si chiamerà Volunia e sarà un motore di ricerca tutto italiano, di “terza generazione”, basato sulla volontà di unire tutte le informazioni contenute nelle pagine web all’aspetto social. Il progetto, sviluppato da Massimo Marchiori, il matematico che, più di un decennio fa, ha contribuito alla realizzazione di “Pagerank”, l’algoritmo di ricerca di Google, è stato presentato il oggi, 6 febbraio, in diretta streaming dal Palazzo del Bo, presso l’Università di Padova.
Pronto ad offrire una nuova visione del web, questo motore di ricerca permetterà di rendere la rete un vero e proprio luogo di incontro, in cui gli utenti potranno comunicare e scambiarsi messaggi in modo aperto. Oltre alle informazioni presenti in un determinato sito, Volunia renderà visibili le persone connesse in quel momento e quelle che sono già passate su quella pagina web, permettendo a chi naviga di chattare ed entrare in contatto con loro.
Oltre alla presenza del suo creatore, la presentazione del progetto ha visto la partecipazione del rettore dell’Università di Padova, Giuseppe Zaccaria e di Ivo Rossi, vicesindaco di Padova. Disponibile in 12 lingue e arricchito da contenuti provenienti da tutto il mondo, il motore di ricerca “made in Italy” renderà finalmente possibile un’esperienza molto più innovativa e articolata, vicina a quella offerta dai social network. Chi sceglierà Volunia avrà modo di avvicinarsi ad altri utenti sconosciuti, ma che condividono stesse passioni e interessi.
Le premesse per una grande rivoluzione sembrano, dunque, esserci tutte. Dietro al progetto, nato circa quattro anni fa, c’è la società fondata nel 2008 dallo stesso Marchiori, che è anche docente di Reti e Tecnologie Web presso l’Università degli Studi di Padova, e da Mariano Pireddu, imprenditore sardo che in passato è stato amministratore delegato di Czech On Line, un internet provider ceco. Un progetto innovativo e in divenire, che offrirà nuove e stimolanti maniere per fruire e trasmettere informazioni e comunicazioni.
Con Volunia la “socialità” del web esce dal chiuso delle community e diventa parte integrante dell’esperienza della navigazione in rete. A dimostrazione, come dice Marchiori, che “il web è un posto vivo: ci sono le informazioni, ma anche le persone. La dimensione sociale, già presente, deve solo emergere”.
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