Spagna, appello conferenza dei rettori contro i tagli alle università
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L’appello dei rettori spagnoli: “Le università non possono stringere oltre la cinghia”

da | Gen 2012 | News | 0 commenti

La presidente della Conferenza dei rettori delle università spagnole (Crue), Adelaida de la Calle, ha avvertito le istituzioni che le università “non possono stringere ulteriormente la cinghia” e ha chiesto all’esecutivo appena insediato e alle comunità autonome di non tagliare i bilanci universitari se vogliono che gli atenei spagnoli il necessario livello di eccellenza.
In un’intervista a Europa Press, De la Calle riconosce che tra i rettori c’è “molta preoccupazione” per le decisioni di alcune regioni volte a ridurre il finanziamento alle università pubbliche. “Ci dicono che dovremmo essere più competitivi e che dovremmo avere una migliore posizione nelle classifiche internazionali, ma se tagliamo i bilanci non sarà possibile raggiungere questi obiettivi”, dice la presidente della Crue.
Pur riconoscendo che con l’attuale crisi economica è necessario che l’università dia il suo contribuo, De la Calle spiega che ciò non toglie che il governo deve garantire il suo funzionamento di base. In questo senso, i tagli sono accettabili se riguardano un breve periodo di tempo, ma se sono estesi “l’università sparirà”.
“Le università sono state molto responsabili e abbiamo abbassato tutto quello che rappresenta la spesa corrente – ribadisce la rappresentante dei rettori spagnoli -, ma non possiamo fare di più. Noi stiamo stringendo la cinghia da tempo, abbiamo cercato di utilizzare e prolungare il più possibile l’uso delle risorse che abbiamo ora ma non abbiamo molto spazio di manovra”.
Sulla possibilità che comunità autonome aumentino le tasse studentesche per ridurre il suo deficit, De la Calle rifiuta questa opzione perché vorrebbe dire “cambiare completamente il concetto di università pubblica spagnola”. Per di più, in questo quadro di crisi e difficoltà delle famiglie sarebbe una contraddittorio alzare le tasse.
Anche in Spagna poi sta emergendo un problema di cui comincia ad esserci consapevolezza in Italia, quello dei forti investimenti fatti per formare giovani che poi finiscono per “svolgere la loro carriera fuori” dai confini nazionali. Qui l’appello di De la Calle è rivolto alle imprese spagnole, che in un contesto in cui la laurea favorisce la mobilità sociale devono prendere coscienza che un lavoratore più istruito rende l’azienda più competitiva.

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