La leader studentesca cilena Camila Vallejo, 23 anni, è stata scelta dai lettori del quotidiano “The Guardian” come “Person of the Year” 2011, persona dell’anno. L’ex presidente della Federazione degli studenti dell’Università del Cile ha ricevuto il 78 per cento dei voti in un sondaggio tra i lettori del giornale. La giovane batte una figura di spicco come il tunisino Mohammed Buazizi, la cui morte ha dato il via all’ondata di rivoluzioni democratiche nel mondo arabo.
Camila Antonia Vallejo Amaranta Dowling ha assunto una leadership importante e controversa. Attiva nella Lega dei giovani comunisti e presidente della Federazione degli studenti fino a due settimane fa (quando non è stata rieletta per l’incarico), è una figura centrale nella ribellione studentesca che ha cambiato l’agenda del Cile nel 2011. La ragazza è molto ammirata dai suoi coetanei per la determinazione con cui ha guidato un movimento che ha portato nelle strade del Cile decine di migliaia di studenti medi e universitari schierati contro gli interessi dei privati nel settore dell’istruzione e a favore di un’università pubblica e gratuita.
Lo scorso agosto il 68 per cento dei cileni ha sostenuto l’impegno di Camila, mentre il 43 per cento l’ha citata come la cilena più ammirata, superando anche l’ex presidente Michelle Bachelet, ferma al 32 per cento. Vallejo, studentessa di Geografia e attualmente vicepresidente della federazione studentesca, è anche diventata bersaglio delle invettive della destra cilena che la vede come una reincarnazione del leggendario leader comunista Gladys Marin.
I suoi genitori, Ronald e Mariela Vallejo Dowling, hanno militato nel partito comunista negli anni ’70, quindi è stato naturale per lei a 18 anni entrare nella Lega dei Giovani Comunisti. Inoltre, Camila ha studiato al Collegio Raimapu un progetto educativo improntato a “sviluppare il pensiero critico” negli studenti.
A chi le fa notare che la sua notorietà è dovuta anche al bell’aspetto la studentessa replica: “Oggettivamente sono bella e non ho problemi a dirlo, ma non ho deciso io quale doveva essere il mio aspetto. Quello che ho deciso è qual è il mio progetto politico e il mio lavoro con le persone “. E poi critica i media, che per distogliere l’attenzione dalle questioni di merito sollevano interrogativi superficiali dandogli priorità.
Ora la “persona dell’anno per il Guardian” promette che la politica continuerà ad essere il suo terreno di impegno ma nel frattempo sta completando la tesi di laurea “sulla costruzione sociale dei territori vulnerabili“, cioè sul rapporto tra gli effetti dei disastri naturali e le aree più socialmente vulnerabili.