Hanno patteggiato la pena i 33 studenti e relativi genitori nell’ambito del procedimento sui presunti test d’ingresso truccati nel 2007 alle facoltà a numero chiuso di medicina e odontoiatria delle università di Bari, Foggia, Ancona e Chieti.
Un vero e proprio maxiprocesso quello che vede coinvolte complessivamente 127 persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata alla truffa pluriaggravata. L’Università degli studi di Bari che si è costituita parte civile nel processo stesso avanzando la richiesta di 26 milioni di euro come risarcimento per il danno d’immagine subito.
Era il 2007 quando candidati, genitori e un ex professore di liceo in pensione tentarono di truccare i test d’ingresso alla facoltà di medicina grazie a un giro di sms con i quali venivano suggerite le risposte ai partecipanti. Partì così l’indagine della Guardia di Finanza.
Ora il tribunale di Bari ha emesso giudizio di condanna. Tra coloro che hanno scelto di patteggiare la pena il biologo ed ex docente di liceo in pensione e la donna considerata “mente” dell’organizzazione criminale. Il primo ha patteggiato la pena ad un anno e otto mesi di reclusione per i reati di truffa e peculato.
Gli stessi reati contestati a suo figlio e a sua moglie, che hanno patteggiato un anno e due mesi. Per il solo reato di associazione per delinquere, i tre saranno poi processati con rito abbreviato a partire dal prossimo 19 gennaio insieme ad altre sette persone.
Gli altri trenta imputati per i quali sono stati ratificati i patteggiamenti sono studenti e genitori a vario titolo coinvolti nell’indagine. Nei loro confronti la pena concordata di quattro mesi è stata convertita in pena pecuniaria pari a 5 mila euro. Gli altri 86 imputati saranno giudicati a partire dal 23 febbraio 2012 dalla prima sezione del tribunale di Bari.