È di due morti il bilancio degli spari che ieri hanno tenuto con il fiato sospeso l’università Virginia Tech di Blacksburg, negli Usa, proprio l’ateneo che già nel 2007 fu teatro della peggior sparatoria in un’università con 32 morti. Poco dopo le 12 di ieri ora locale, un agente di polizia ha fermato un veicolo marrone nel campus, durante un controllo di routine, e in quel frangente è stato raggiunto dai colpi di un’arma da fuoco esplosi dall’interno dell’auto.
Alcuni testimoni hanno raccontato che dopo l’omicidio del poliziotto l’uomo che ha sparato è stato visto mentre scappava a piedi verso un parcheggio nel quale dopo qualche minuto è stato trovato un corpo senza vita. Il sito dell’ateneo ha aggiornato studenti e personale fin dai primi minuti dall’episodio, anche con il contributo via Twitter di alcuni giovani, invitando tutti a non lasciare gli spazi chiusi e a chiamare il 911 per segnalare eventuali situazioni di pericolo o sospette.
Poco tempo dopo nel campus del Virginia Polytechnic Institute and State University è partita la caccia all’uomo, anche con l’intervento delle teste di cuoio. In un primo momento si credeva che i due morti fossero entrambi vittime di un omicida che poteva ancora aggirarsi all’interno del campus. Solo più tardi gli investigatori hanno chiarito che si è trattato di un omicidio suicidio e quindi il secondo corpo a terra era quello dell’assassino del poliziotto. Quest’ultimo è stato identificato poi identificato: si tratta del 39enne Deriek W. Crouse, di Christiansburg.
Il 16 aprile del 2007 Seung Hui Cho, uno studente 23enne di origine coreane con disturbi mentali sparò per ore con due armi in diversi spazi dell’ateneo, prima di suicidarsi. Due ore dopo una prima sparatoria nel dormitorio, lo studente uccise altre persone nelle aule dell’università togliendo la vita a 32 persone e ferendone 25. Le autorità della Virginia Tech non erano al corrente del suo disturbo psicologico.