Studenti e docenti si oppongono al nuovo piano di progressiva fusione delle tre maggiori università dell’Olanda. L’Università di Leiden, la Delft University of Technology e l’Erasmus University of Rotterdam hanno in programma di raccogliere denaro per la ricerca collaborando più intensamente e potrebbero addirittura arrivare a fondersi per ottimizzare costi e risorse.
Ma il progetto dei tre atenei dovrà fare i conti con una forte opposizione. Un’indagine svolta in Olanda mostra che il 61 per cento dei docenti universitari sono contrari alla fusione. Solo il 7 per cento dei ricercatori e il 10 per cento degli studenti appoggerebbero invece la decisione. Il sondaggio è stato condotto da Erasmo Magazine, la rivista dell’Università di Rotterdam, ma anche alla Delft University of Technology sempre più persone si oppongono alla fusione. Un sondaggio del giornale universitario Delta conferma che il 72 per cento degli scienziati e studenti sono contrari.
Molte persone temono che i tre atenei, che contano in tutto 55 mila studenti, si trasformeranno in un gigantesco agglomerato, distruggendo le loro parti costitutive e le loro rispettive tradizioni e specificità. Le preoccupazioni maggiori riguardano burocrazia, licenziamenti e la perdita del buon nome delle tre università più prestigiose dell’Olanda.
Le tre università hanno tutte diversi ambiti di eccellenza. Delft è nota soprattutto per la tecnologia applicata, Rotterdam per l’economia, la gestione e la medicina e Leida è fondamentale per le scienze, giurisprudenza e scienze umane. “Le specialità delle tre università si completano a vicenda – ha detto il presidente del consiglio esecutivo della Delft University of Technology, Dirk-Jan van den Berg – Grazie alla collaborazione potremmo attrarre denaro per la ricerca, migliori scienziati e studenti”.
Il presidente della Delft ha sottolineato che le università delle economie emergenti stanno migliorando ogni anno, divenendo concorrenti sempre più temibili: “Al momento stiamo andando bene nei ranking e vogliamo mantenere le nostre posizioni. Per farlo dobbiamo cooperare”. I tre atenei hanno sottolineato che è comunque troppo presto per parlare di fusione.