Continua il campeggio degli studenti “indignati” in piazza dell’Unità d’Italia a Trieste. Dopo il tentativo di sgombero di ieri e l’intervento del sindaco Roberto Cosolini, i ragazzi che da oltre cinque giorni occupano pacificamente la piazza principale del capoluogo giuliano hanno ottenuto una proroga di 24 ore e l’apertura di un tavolo attraverso il quale aprire un dialogo stabile con l’amministrazione comunale sui temi sollevati dal movimento studentesco: edilizia scolastica, trasporti, affitti, luoghi di aggregazione ma anche politiche sociali per le fasce a reddito più basso.
Trieste come Wall Street: al grido di “Yes we camp” la protesta studentesca è uscita dalle scuole ed è andata a saldarsi alla protesta globale degli indignados, tanto nelle modalità (tende piantate davanti alle istituzioni), quanto nei temi trattati tra cui non mancano quelli della finanza globale e dell’economia europea, tematiche rispetto alle quali i ragazzi intendono soprattutto sensibilizzare la popolazione. E così insieme agli studenti delle superiori nella piazza di #occupytrieste arrivano anche gli universitari, qualche consigliere comunale, genitori, curiosi, passanti.
“In questi cinque giorni – spiega Vanja Macovaz, studente universitario triestino – abbiamo sentito la vicinanza di buona parte della cittadinanza: dalla signora che ci porta la pasta a chi ci regala cuscini e pentole. Tante parole di incoraggiamento, pochi momenti di scontro: una situazione rilassata e molto partecipata”.
Anche l’amministrazione comunale si è dimostrata vicina alle rivendicazioni degli studenti e alla loro protesta pacifica: dopo il tentativo di sgombero di ieri da parte della Polizia, il sindaco Cosolini ha incontrato gli studenti accogliendo una parte delle loro richieste e bloccando lo sgombero. “Al momento sono ancora una cinquantina le tende in Piazza dell’Unità – racconta Vanja – con un centinaio di studenti presenti. Ma alle assemblee serali abbiamo raggiunto anche 600 presenze.
“Ora resta da decidere con l’assemblea del pomeriggio come far evolvere la situazione. L’ipotesi maggioritaria credo sarà quella muovere le tende in un’altro spazio (la vicina piazza della Borsa, n.d.r.). A quel punto rimarrà da decidere se continuare ad oltranza, fino allo “sfinimento” del movimento, oppure continuare la nostra attività in altra forma, vista anche l’apertura del Comune”.