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Francia, polemiche fra ministri per le regole sugli studenti stranieri

da | Ott 2011 | News | 0 commenti

Laurent Wauquiez, ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca in Francia, sta discutendo con il ministro degli Interni Claude Guéant sul modo in cui le nuove misure sull’immigrazione rendono più difficile l’entrata di studenti internazionali.

Pubblicamente Wauqiez (nella foto) questa settimana ha sottolineato che la Francia vuole attrarre studenti stranieri di talento e ha negato che ci fosse una politica di esclusione nei confronti degli studenti al di fuori dell’Unione Europea, nonostante le nuove misure. Ma i dissapori con il ministro degli Interni derivano dalla politica dello stesso Guéant volta a ridurre l’immigrazione, suggerendo ai laureati stranieri in Francia di tornare nel proprio Paese d’origine dopo il conseguimento del titolo di studio.

La scorsa settimana Wauquiez ha incontrato i capi dei tre organismi rappresentativi delle maggiori università che hanno espresso preoccupazioni circa le misure contenute in una circolare congiunta rilasciata dal ministero degli Interni a maggio. Dal momento che la circolare è entrata in vigore a molti laureati stranieri è stato rifiutato il permesso di soggiorno per lavorare in Francia. Gli studenti, i docenti e i ​​sindacati hanno chiesto il ritiro dell’ordine.

“La Francia spera di attrarre i migliori studenti del mondo perché potrebbero, in seguito, diventare ambasciatori per il Paese”, ha detto il ministro dell’Istruzione superiore. E ha aggiunto che la Francia ha bisogno che i laureati stranieri rimangano a lavorare, soprattutto in settori come l’ingegneria, in cui c’è carenza.

Ma il suo collega degli Interni Guéant non sente ragioni, anzi, zittisce Wauquiez spiegando che non è in potere di richiedere nessun cambiamento della legge: “Gli studenti stranieri devono venire in Francia a studiare ma senza approfittare del loro stato di studenti per entrare nel mercato del lavoro – ha aggiunto – Diamo loro una prima esperienza professionale in modo che possano sviluppare le loro abilità nel loro Paese d’origine”.

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