Dopo i giganti del web, adesso nel mirino di una pesante offensiva legale, una “crociata” per la proprietà intellettuale, sono finite alcune università statunitensi tra le più note. L’accusa nei loro confronti è di aver dato vita a quella che sarebbe “una delle più grandi violazioni di copyright da parte degli atenei”.
La definizione apocalittica è un gruppo di autori Usa guidati dalla Authors’ Guild, che si sono rivolti al giudice di New York portando sul tavolo la violazione dei loro diritti d’autore da parte di università che hanno stretto accordi con Google per dare il via alla digitalizzazione di volumi ai fini del progetto Google books.
Nello specifico ad essere chiamato in causa per ora è HathiTrust, un ente in mano alla University of Michigan per l’archiviazione e la distribuzione dei volumi digitalizzati. In generale le università avevano stretto un accordo che prevedeva la pubblicazione a loro vantaggio le copie dei volumi elettronici.
Oltre ad imputare agli atenei la violazione del diritto d’autore, che non verrebbe più garantito una volta digitalizzate le opere, le associazioni di autori si sono detti pronti a combattere anche contro la libertà arrogatasi dalle università nel per decidere sulle cosiddette opere orfane, stabilendo se queste ultime debbano essere diffuse liberamente.
Per la Author’s Guild si tratta della seconda occasione in cui , direttamente o indirettamente, agisce contro Mountain View: già nel 2005 infatti aveva fatto causa a Google per il lancio del progetto della sua libreria digitale. A Marzo il giudice federale di New York aveva rifiutato un accordo di Google con gli autori e gli editori e una nuova udienza si terrà entro la fine di questa settimana.
Quello che oggi gli autori chiedono al giudice federale non è la distruzione dei volumi, ma la “messa al sicuro” lontano dai server di HathiTrust, il cui repository documentale è previsto che vada online il prossimo 13 ottobre con la prima ondata di volumi “orfani”.