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Gran Bretagna, con le rette alle stelle meno iscritti all’università

da | Set 2011 | News | 0 commenti

Non occorreva certo un genio della statistica per capirlo, ma ora arriva il report del Centro per l’Economia dell’Educazione ad ammonire il governo inglese: triplicare le tasse di frequenza all’università significherà avere meno studenti.

Il dato va a rinfocolare le polemiche circa il fatto che tasse così alte, a dispetto delle eventuali borse di studio, rischiano di fare da barriera ai giovani più poveri nell’accesso agli studi universitari. E saranno in prevalenza i maschietti a rinunciare alla formazione accademica.

La relazione ha preso in esame il dato della richiesta di istruzione oltre la scuola dell’obbligo in Inghilterra tra il 1955 e il 2008. Incrociando i dati risulta che, con le rette annuali schizzate a 9.000 sterline, la proporzione degli studenti maschi crollerà di 7,51 punti percentuali, mentre le perdite saranno più limitate tra il gentil sesso, con una diminuzione del 4,92 per cento.

Perdite minori si avrebbero se l’aumento si fermasse a 7.000 sterline, le proiezioni in questo caso vedrebbero scendere gli iscritti del 5,33 tra i ragazzi e del 2,48 tra le fanciulle di Sua Maestà. Tutto questo partendo dal presupposto che non ci saranno invece cambiamenti nel sistema delle borse e prestiti di studio.

Secondo Liam Burns, presidente dell’Unione Nazionale degli Studenti, il report suona come un campanello d’allarme che il governo dovrebbe ascoltare. “La migliore strada che possano tentare a questo punto è far arrivare del denaro sicuro nelle tasche degli studenti più vulnerabili nel momento in cui ne hanno più bisogno”.

La relazione mette in luce anche un problema secondario: ogni cambiamento del sistema di finanziamento che faccia affidamento in primo luogo sulle tasse versate individualmente dagli studenti “può mettere in pericolo alcune tra le istituzioni meno consolidate”. In sostanza le università che godono già di una buona reputazione continueranno ad attrarre gli studenti e a finanziarsi attraverso le loro tasse, ma gli atenei ancora poco avviati e con un numero inferiore di iscritti “paganti” non avranno alcuna chance di ottenere fondi per migliorare e attirare nuovi studenti.

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