Anche l’Università di Pisa è riuscita a rientrare nella rosa degli atenei che hanno rispettato la prima scadenza (29 luglio) per l’approvazione del nuovo statuto, senza che fosse necessario ricorrere alla proroga di tre mesi che pure la riforma Gelmini concede agli atenei. Ma non è l’unica novità per l’ateneo toscano, che il 27 luglio assieme al via libera allo statuto ha varato per la prima volta nella sua storia un codice etico.
Il rettore Massimo Augello (nella foto) ha sottolineato che la commissione deputata alla redazione della nuova “carta fondamentale” dell’ateneo ha puntato al recupero di tutti gli spazi di autonomia concessi dalla legge 240/2010 la cosiddetta riforma Gelmini. Ora sullo statuto dell’ateneo pisano, come su tutti gli altri statuti approvati finora, dovrà esprimersi il ministero dell’Università, che ha quattro mesi per rivolgere osservazioni, approvarlo o bocciarlo. E Mariastella Gelmini ha già fatto sapere che non darà il via libera agli statuti che non rispettino le prescrizioni della riforma.
A Pisa i 15 componenti della commissione insediatasi lo scorso febbraio, a pochi giorni dalla pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale, si sono riuniti 30 volte svolgendo numerose audizioni. Il rettore Augello rivendica il percorso partecipativo messo in piedi dall’organismo da lui presieduto e spiega che l’85 per cento delle delibere della commissione sono state approvate all’unanimità, e anche quando sono stati espressi voti contrari questi non hanno mai superato il 20 per cento della composizione della commissione.
Se arriva il via libera ministeriale, dai primi mesi del 2012 le novità introdotte dallo statuto saranno operative e potranno entrare a regime i 20 nuovi dipartimenti, che sostituiranno le facoltà occupandosi di ricerca e servizi oltre che di didattica. Tra la primavera e l’estate del prossimo anno saranno poi eletti i membri del senato accademico (i cui poteri sono rafforzati per bilanciare quelli del cda) e del consiglio di amministrazione, in modo che dal primo novembre 2012 entreranno nel pieno delle loro funzioni.
Grande attenzione è stata posta dai vertici dell’ateneo anche alla redazione del codice etico, completata grazie al lavoro di una commissione di otto membri coordinato dal giurista Alessandro Pizzorusso. I 24 articoli del codice enunciano i diritti e i doveri morali che devono guidare chiunque operi all’interno dell’Università di Pisa. Uno strumento, rivendica il rettore, che porterà sicuramente a una crescita sociale e qualitativa anche delle attività di didattica e ricerca, fondato sui principi di pari opportunità, valorizzazione del merito, libertà di insegnamento, ricerca e studio.
Il codice contempla anche la nascita di un organismo che vigili sulle eventuali violazioni: una Commissione etica in cui trovano rappresentanza tutte le categorie presenti in università, che d’accordo con il senato accademico sanziona gli atti contrari alle regole previste dal codice stesso.