Nel mondo i dialetti sono una miriade, “decine di migliaia”. Proprio per l’importanza che rivestono, in Italia si sta pensando di costituire la prima “università dialettale”. In particolare, il giornalista Domenico Lanciano propone Badolato, piccolo borgo medievale in provincia di Catanzaro, come sede ideale per tale progetto: “Esistono dipartimenti di linguistica o glottologia all’interno delle facoltà umanistiche, ma non c’è – spiega l’uomo – un centro che sintetizzi questa importante disciplina che interessa tutti popoli del mondo”. Da qui la curiosa idea.
La proposta di un’università dialettale in un paesino d’arte semi-spopolato come Badolato, bisognoso di essere rilanciato culturalmente, socialmente ed economicamente, piace sia all’assessore alla cultura della Regione Calabria, Mario Caligiuri, sia al sindaco della cittadina, Nicola Parretta. Il primo, in particolare, ha chiesto al giornalista Domenico Lanciano un piano più completo e dettagliato: “Esprimo il mio massimo apprezzamento e – dichiara l’assessore regionale Caligiuri – confermo la mia piena disponibilità per realizzare il progetto”.
Per la realizzazione di questa università dialettale, sembra non mancare nemmeno l’appoggio dell’Unesco, cioè l’agenzia dell’Onu per la cultura, e della Comunità Europea, entrambi interessati allo studio e alla salvezza dei dialetti. Il loro potrebbe essere un aiuto sia economico sia tecnico-organizzativo. Oltretutto Badolato, spiega Domenico Lanciano, è un paesino con “tantissime abitazioni vuote che potrebbero accogliere docenti e studenti in modo residenziale”. Nel caso non dovessero bastare, “ci sono pure alcune proprietà ecclesiastiche adesso quasi del tutto inutilizzate”.
In realtà, il progetto “Badolato borgo universitario” di Lanciano risale a dodici anni fa, precisamente nel dicembre del 2000. Da allora il giornalista ha preparato proposte su proposte, pur di salvare uno tra i più belli e caratteristici paesini che esistono in tutto il Mediterraneo. D’altra parte, i dialetti sono un elemento importante da preservare: “C’è bisogno – dice l’uomo – di un polo dialettale che coordini queste risorse che contribuiscono in modo insostituibile all’identità di una comunità”. Ciò soprattutto se si è in piena globalizzazione.
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