Dopo l’ondata di polemiche e di “no” negli atenei di tutta Italia (uno dei più recenti è il caso dell’Università del Salento) la gran parte delle università sta cercando di approvare entro il termine del 29 luglio i nuovi statuti. A Firenze il via libera è arrivato lo scorso 25 luglio, quando il cda e il senato accademico si sono espressi positivamente sul nuovo testo.
Non sono poche le novità introdotte. Prima di tutto saranno i dipartimenti, con la nuova formulazione statutaria, la struttura organizzativa fondamentale: saranno composti da almeno 50 professori e ricercatori, a tempo indeterminato e determinato, che si occupino di settori scientifico-disciplinari omogenei. A loro il compito di organizzare la didattica e la ricerca, formulare la proposte di chiamata di nuovi docenti e stabilirne i compiti. Prevista anche la definizione di strutture di raccordo interdipartimentali che coordineranno le attività didattiche e la gestione dei servizi dei corsi di laurea.
Il rettore resterà in carica sei anni e non sarà più rieleggibile: per la sua elezione avranno diritto al voto anche i ricercatori a tempo determinato, il voto del personale tecnico-amministrativo peserà di più e aumenteranno gli studenti-elettori, grazie alla maggiore consistenza numerica delle rappresentanze studentesche negli organi collegiali.
Scompaiono i presidi di facoltà dal senato accademico, che sarà composto da 29 membri: oltre al rettore che lo presiede, venti tra professori e ricercatori, tre rappresentanti del personale tecnico amministrativo e cinque studenti. Il consiglio d’amministrazione sarà invece composto da undici membri: il rettore, tre membri esterni all’organico di ateneo, cinque membri interni, due rappresentanti degli studenti.
Insieme allo statuto il cda dell’ateneo fiorentino ha approvato anche il nuovo codice etico, adottato già dal 2008 al fine di evitare ogni forma di discriminazione e di abuso e regolare i casi di conflitto di interessi o questioni legate alla proprietà intellettuale. Per questo è bastato adeguare il codice già esistente, includendo come destinatari delle sue previsioni anche i membri degli organi dell’ateneo che non appartengono ai ruoli dell’Università e ampliando gli obblighi di pubblicità e di astensione previsti in caso di candidatura a cariche elettive o di nomina a cariche che importino assunzione di responsabilità gestionali.