La scena è molto simile a quella di molti film di stampo americano o inglese: giovani laureati, che al momento della proclamazione finale, lanciano in aria il proprio copricapo. Tutto ciò in uno spazio aperto: è ciò che accaduto in piazza Maggiore, per la prima nella storia, a 470 dottori di ricerca dell’Alma Mater di Bologna, la più antica università d’Europa. Una cerimonia pubblica e solenne, dove tutti erano rigorosamente in toga, per celebrare quei ragazzi che spesso poi lasciano l’Italia, per cercare altrove una buona sistemazione lavorativa.
A tenere a battesimo i giovani dottori di ricerca, riuniti in piazza Maggiore, c’era pure Umberto Eco: “Cominciamo a perdere neuroni a 24 anni, voi diventerete professori, forse anche rettori e presidenti del consiglio – ha detto il semiologo e scrittore di fama internazionale – ma mai sarete più intelligenti di come lo siete oggi, buttarvi via è un errore gravissimo”. Da qui, il suo appello al mondo imprenditoriale affinché tenga in considerazione chi ha conseguito una così alta formazione universitaria, in quanto “capitale umano che non va sprecato”.
L’insolita proclamazione organizzata dall’Università di Bologna è parsa a molti come un’americanata, mentre altri ne hanno apprezzato il valore simbolico. L’intento era quello di festeggiare degnamente, con un riconoscimento pubblico, quei ragazzi che si impegnano tanto per raggiungere delle alte mete, soprattutto in una situazione in cui si vorrebbe che “l’Università, l’amministrazione locale, lo Stato intero offrisse opportunità vere a questi giovani e garantisse loro un futuro”. Solo un modo per mostrare il tesoro intellettivo che possediamo, in modo da non buttarlo via o regalarlo ad altri Paesi.
Alla proclamazione ha preso la parola pure il rettore dell’Alma Mater, Ivano Dionigi, che ai dottori di ricerca riuniti in piazza Maggiore ha detto: “Siete nostri ambasciatori, non fuoriusciti ed esuli, il vostro titolo è un passaporto, non un foglio di via”. Sulla stessa linea d’onda, il sindaco di Bologna, Virginio Merola: “Oggi le eccellenze e i cervelli da trattenere siete voi». Dal suo canto, il presidente di Unindustria ha dichiarato che si deve valorizzare il potenziale di questi giovani, se si vuole uscire dalla crisi che si sta attraversando.
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