Sono stati già comunicati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con grande anticipo rispetto agli anni passati, i fondi merito che quest’anno toccheranno ai singoli atenei. In cima alla classifica, per ben la terza volta consecutiva, si è piazzato il Politecnico di Torino, seguito da quello di Milano e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. Subito dopo i primi tre classificati, si trovano Bologna, Tor Vergata-Roma, Ferrara, Pavia, Verona, Udine e Milano. Il fanalino di coda è, invece, rappresentato da Messina.
I fondi merito, ossia la principale fonte di finanziamento delle università italiane, sono assegnati in base a dei criteri ben precisi: ciò che si prende in considerazione è la qualità sia della didattica sia della ricerca. Dei vari atenei viene fatto prima di tutto un quadro della loro produttività scientifica, tenendo conto della percentuale di professori e ricercatori presenti nei progetti di ricerca e nei bandi pubblicati dal ministero oppure considerando la loro capacità di accaparrarsi le risorse europee. Per quanto riguarda la didattica, si conteggia, ad esempio, il numero di studenti che sono in regola con i punti di credito.
Quest’anno i fondi per il merito hanno raggiunto una quota pari al 13 per cento: si tratta di 910 milioni di euro, distribuiti per il 34 per cento in base al livello della didattica, mentre per il restante 66 per cento secondo quello della ricerca. In particolare, il Politecnico di Torino si è aggiudico come premio ministeriale più di 26 milioni di euro, pari al 20,90 per cento dei finanziamento totali del 2012, che si aggirano attorno ai 125 milioni. In realtà, quest’anno, il premio maggiore andrebbe a La Sapienza di Roma (67 milioni), solo che la sua percentuale sul totale dei fondi è molto più bassa (circa il 12,93 per cento).
Le prime venti posizioni della classifica per merito, con a capo il Politecnico di Torino, sono occupate da università settentrionali, con le sole eccezioni della Tor Vergata di Roma e della “Mediterranea” di Reggio Calabria, rispettivamente al quinto e al diciannovesimo posto. La situazione peggiora men mano che si scende verso il Sud: in coda alla classifica, a parte l’ateneo messinese, si collocano pure l’Università di Palermo e Catanzaro. Fanno eccezione L’Aquila, Camerino e Macerata.
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