Nome in codice “Agrigenet”, questo il titolo di un progetto che punta a costruire un network di università e centri di ricerca per la salvaguardia e la gestione delle risorse genetiche agro-alimentari tipiche del territorio campano. L’iniziativa, finanziata dalla Regione, mette insieme la Sun (Seconda Università di Napoli), le Università di Salerno e del Sannio e il Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura, oltre all’Inran (ex Ense Ente Nazionale per sementi elette).
Un settore, quello agricolo, che in Campania si rivela trainante e rispetto al quale la classe imprenditoriale regionale ha già dimostrato una spiccata sensibilità e una capacità di valorizzare le eccellenze, nonostante la crisi o forse proprio in risposta alla difficile congiuntura economica. Sono infatti numerose le produzioni agricole del territorio che hanno conseguito il riconoscimento europeo di produzioni Igp, Doc, Dop e Igt, dalla melannurca campana, alla mozzarella di bufala campana, fino all’albicocca vesuviana e al cipollotto nocerino, solo per nominarne alcuni.
“Questo progetto – spiega il preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali della Seconda Università di Napoli, Augusto Parente – vede impegnati molti ricercatori delle università campane ed enti di ricerca, con l’obiettivo di affrontare in modo scientifico e sinergico il problema della salvaguardia, della gestione e della qualità delle risorse agro-alimentari campane, minacciate dall’erosione genetica”. Un problema rispetto al quale gli strumenti messi delle tecniche bio-molecolari possono offrire un forte impulso. “L’auspicio -continua Parente – è che il programma di sviluppo rurale 2007-2013, in cui il progetto è inserito, possa contribuire al superamento delle attuali difficoltà del settore agro-alimentare e delle aree rurali, contribuendo in modo concreto alla loro sostenibilità e all’aumento dell’occupazione nell’ambito del settore”.
Quale sarà il ruolo della ricerca? Lo scorso dicembre sono già stati banditi tre assegni di ricerca triennali per lo studio e l’applicazione dei metodi di caratterizzazione morfo-fisiologica sulle diverse varietà locali e così come sui metodi della loro raccolta e conservazione. L’obiettivo, tra gli altri, è anche quello di rendere le eccellenze locali sempre più appetibili rispetto alla domanda di mercati sempre più esigenti e impegnati a soddisfare le richieste dei consumatori.