Bocconi e Provincia di Milano varano il rating della moda ''sostenibile''
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La Bocconi lancia il rating della moda ”sostenibile”

da | Mag 2011 | News | 0 commenti

Si chiama “social dress” e sarà un vero marchio di sostenibilità sociale per le aziende attive nel settore della moda e per le loro produzioni. L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi dall’Università Bocconi e dalla Provincia di Milano, nel corso di “Dal dire al fare”, il Salone della responsabilità sociale d’impresa.

L’idea è quella di lanciare in vista dell’Expo 2015 una sorta di guida attraverso la quale le aziende di moda possano misurare su una scala il valore sociale di tutte le linee di produzione, in base alla quale sarà formulato un rating, in scala da 1 a 5 come per gli alberghi, ma al posto delle stelle saranno dei vestitini stilizzati a indicarci la “bontà” di un capo.

Una vera e propria certificazione che riguarderà valori come l’etica di business, l’uso di materiali sicuri, la sicurezza sul luogo di lavoro, ma anche i diritti e le pari opportunità dei lavoratori. Tutto questo, spiega Giorgio Fiorentini, docente di Management delle imprese sociali dell’Università Bocconi, ha “un significato di tipo valoriale e sociale, ma anche un significato economico, perché il mercato in quanto tale è in una evoluzione fortissima per quanto riguarda la percezione dei valori sociali dei prodotti”.

Certe caratteristiche legate alla qualità sociale, insieme alla qualità del prodotto, sono elementi che danno infatti al brand un valore aggiunto, che può derivare ad esempio dal fatto di usare materiali e coloranti sicuri per la salute, così come dal basso impatto in termini di produzione di Co2, ma anche dalla produzione a km zero, sempre più in voga nell’ultimo periodo. Socialmente responsabili sono inoltre quelle cooperative sociali impegnate nel settore fashion, con produzioni ambientante ad esempio all’interno degli istituti carcerari.

Il progetto presentato alla Bocconi intende dunque misurare tutti questi elementi e presentarli al consumatore finale, innescando una sorta di circolo virtuoso tra produzione e consumo responsabile. La certificazione riguarda valori come l’etica di business, il rispetto delle persone, salute e sicurezza sul luogo di lavoro e i diritti e le pari opportunità dei lavoratori.

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