Si è conclusa ieri, dopo poco meno di 20 ore, l’occupazione della terrazza sul tetto del rettorato di Padova ad opera di una quarantina di studenti. I ragazzi, legati al gruppo “Studenti Indisponibili” di Padova, ovvero i collettivi delle facoltà di Scienze politiche, Lettere e Filosofia e di Psicologia, aveva annunciato la prosecuzione a oltranza del picchetto sul tetto del Bo, fino all’incontro richiesto con il rettore Giuseppe Zaccaria, al momento fuori città. Ma dopo una notte nei sacchi a pelo le truppe si sono disperse, accontentandosi di un incontro con il prorettore Francesco Gnesotto e di una conferenza stampa. Anche il rettore infatti si è dimostrato “indisponibile” a un incontro con i collettivi.
Quasi un centinaio gli studenti che hanno assediato per tutta la notte tra il 20 e il 21 aprile il palazzo storico simbolo dell’ateneo patavino: una cinquantina sul tetto, altrettanti nel cortile interno, tutti armati di striscioni, sacco a pelo e musica, che ha generato curiosità anche tra i passanti. Gli agenti della Digos schierati a sorvegliare. Alle 11.30 di ieri per l’ardito manipolo arriva l’ora di capitolare, non senza rilasciare le proprie dichiarazioni nel corso di una conferenza stampa improvvisata.
Nel mirino degli studenti “antagonisti” le misure di sicurezza che impediscono il libero accesso agli spazi del rettorato, con tanto di vigilanza armata, ma anche la “commissione statuto” dell’ateneo, incaricata di stilare la nuova “carta costituzionale” dell’Università. Tra le loro richieste al prorettore Gnesotto c’è infatti quella della sospensione della commissione, contro la quale gli studenti si erano mobilitati proprio il 20 aprile, finendo poi sul tetto dell’edificio. “Finisce l’occupazione simbolica – fanno sapere gli studenti – ma Zaccaria non pensi che sia finita. L’Università non è una caserma”.
Dopo aver conquistato simbolicamente il “cuore” della città e dell’Università, i collettivi studenteschi erano già pronti per nuove iniziative di piazza: nel pomeriggio di ieri in piazza delle Erbe si è tenuto “Precari in action”, una sorta di “vetrina” di esperienze di vita precaria in vista dello sciopero generale indetto dalla Cgil per il 6 maggio.