La lingua francese è diventata un driver comune per l’innovazione tecnologica tra le università tecnologiche dei Paesi che la adottano. Gli atenei più sviluppati e all’avanguardia del mondo stanno collaborando con università francofone, soprattutto africane, grazie a una rete per l’eccellenza delle scienze ingegneristiche che ha iniziato a funzionare ufficialmente questo mese.
Il Network for Excellence in Engineering Sciences de la Francophonie, noto anche come Rescif, ha legato 14 università di lingua francese di tutto il mondo. L’iniziativa è stata lanciata in occasione della tredicesima conferenza tra i capi di Stato dei paesi di lingua francese che si è svolta in Svizzera, lo scorso ottobre.
“Le 14 università uniranno da aprile i loro sforzi per risolvere problemi in settori come l’acqua, alimentazione, energia e urbanistica”, ha dichiarato il professor Jean-Claude Bolay, direttore della cooperazione all’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (Epfl). L’istituto, che vanta quarant’anni di esperienza di partenariati scientifici Nord-Sud, è responsabile del programma.
“Metteremo in atto questa iniziativa attraverso scambi di studenti nei due sensi Nord-Sud e Sud-Nord, costituendo laboratori nelle università dei Paesi emergenti e favorendo la partecipazione delle realtà interessate a investire con noi nello sviluppo tecnologico”, ha continuato Bolay.
Rescif sarà inizialmente composto da 14 università, cinque dei quali in Europa (Svizzera, Belgio e Francia), una in Canada, e otto in paesi di lingua francese in Africa, Medio Oriente e Asia. Le europee sono Epfl in Svizzera, la francese Paristech, Ecole Normale Supérieure di Lione e il Grenoble Polytechnic Institute, la Catholic University of Louvain in Belgio. Per quanto riguarda il Canada è coinvolta la Polytechnic University di Montréal.
Gli atenei africani includono: Ecole Mohammadia d’ingénieurs di Rabat in Marocco; Ecole nationale supérieure polytechnique di Yaoundé in Cameroon; Ecole supérieure polytechnique di Dakar in Senegal, Institut international d’ingénierie en eau et environnement di Ouagadougou in Burkina Faso e due atenei in Libano e Vietnam.
“Si tratta di una piccola rete con un obiettivo principale. Vogliamo dare risposte ai problemi futuri approfittando del fatto di appartenere alla stessa cultura e parlare la stessa lingua”, ha concluso l’esponente dell’ateneo capofila.