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Precariato, università e ricerca. Una primavera di mobilitazioni

da | Mar 2011 | News | 0 commenti

L’inverno appena trascorso e l’autunno che lo hanno preceduto sono stati molto intensi dal punto di vista della mobilitazione giovanile, che ora continua alternando momenti di riflessione a manifestazioni di piazza. In questi giorni a Roma si stanno confrontando le sigle studentesche più rappresentative dell’area della contestazione, tra cui Coordinamento Link, AteneinRivolta e Unicommon (fino a poco fa si chiamava Uniriot).

Con workshop tematici e assemblee plenarie i giovani si stanno confrontando sugli effetti della riforma Gelmini e sulle forme di lotta, rivendicazione e proposta dea mettere in campo nei prossimi mesi. Tutto ciò partendo da una consapevolezza: “la lotta dei giovani non è il portato di una problematica generazionale, ma il frutto di un disagio sociale diffuso che vede sullo stesso fronte studenti, operai e lavoratori precari in genere”.

L’impegno degli studenti per la salvaguardia, e in qualche caso, la riconquista, dei beni comuni si estende dunque oltre il recinto dell’università, tanto che questo pomeriggio i lavori dell’assemblea romana saranno interrotti per consentire ai partecipanti di confluire nella manifestazione per l’acqua pubblica e contro il nucleare convocata dai comitati che hanno promosso il referendum del 12 e 13 giugno.

Un prossimo momento di mobilitazione è stato poi annunciato dall’Unione sindacale di base (Usb), che ha organizzato un presidio davanti alla sede della Crui a Roma il 7 aprile, giorno in cui è all’ordine del giorno la nomina del successore di Decleva alla presidenza e della nuova giunta. “I rettori devono infatti cambiare rotta – spiega Lorenzo Costa dell’Usb – se non vogliono diventare i curatori fallimentari del sistema pubblico universitario nazionale”

Due giorni dopo, invece, saranno in piazza i giovani che hanno promosso e aderito alla manifestazione “Il nostro tempo è adesso”. Un’occasione per dare visibilità a quella che l’ultima indagine Almalaurea ha descritto come la “generazione dimenticata”, fatta di precariato e futuro incerto. Si discute, invece, nel mondo della rappresentanza studentesca su se e come partecipare allo sciopero generale proclamato dalla Cgil il 6 maggio.

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