Un dottorato innovativo per competere con le economie emergenti. È quello che sta mettendo a punto la Comunità europea seguendo un modello sperimentato in Danimarca per più di quarant’anni.
I primi 27 milioni di dollari saranno destinati al finanziamento del progetto pilota per creare una Rete per la formazione iniziale, che dovrebbe essere annunciata nel mese di luglio. Solo in seguito nascerà un European Industrial Doctorate, in sigla Eid.
In Danimarca gli studenti di dottorato sono impiegati in società del settore privato e allo stesso tempo iscritti come studenti di dottorato. Il “programma industriale ricercatori” è stato avviato nel 1971 e si è rafforzato nel corso degli anni. Prima del 2003, sono stati avviati ogni anno da 30 a 50 progetti. Nel 2009 ne sono stati avviati circa 1.200. Il programma era stato avviato dal Consiglio danese per l’innovazione tecnologica e gestito dalla Agenzia danese per la Scienza, tecnologia e innovazione (Dasti), che sovvenziona lo stipendio di dottorato di ricerca, in genere dal 30% al 50%.
Il parlamentare europeo danese Morten Løkkegaard, che ha promosso il regime Eid nel Parlamento europeo attraverso l’Alleanza dei liberal-democratici per l’Europa, ha detto: “Sono felice di vedere che l’Europa dia credito al modello di dottorato danese e sono certo che questo sia un passo fondamentale perché l’Europa possa continuare a competere in innovazione e sviluppo con Paesi forti come gli Stati Uniti ed emergenti come Cina e India“.
Un rapporto pubblicato recentemente in Danimarca mostra come i diplomati del Phd sperimentale abbiano maggiori opportunità di carriera rispetto ai loro colleghi laureati e come la loro presenza e il loro impegno in un’azienda abbia sempre portato al miglioramento delle prestazioni di tale impresa. La European University Association spera di poter trasferire la medesima esperienza in tutta Europa grazie al nuovo dottorato.