Nuova sistemazione per gli studenti indiani della Tri-Valley
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Truffa dei falsi studenti, Usa e India cooperano sulla questione Tri-Valley

da | Mar 2011 | News | 0 commenti

Si apre un dialogo e si quietano i rapporti tra Stati Uniti e India in seguito allo scandalo della Tri-Valley University, che aveva visto una grande quantità di studenti provenienti dall’India iscriversi al solo scopo di poter rimanere sul suolo Usa. Dopo alcune settimane di tensione i due Paesi hanno deciso di collaborare e lavorare insieme per risolvere la questione.

Le autorità statunitensi hanno indicato che circa 700 dei 1.550 studenti coinvolti nel caso della dubbia università Tri-Valley in California stanno per essere trasferiti in altri atenei.

Il destino degli studenti rimanenti non è ancora noto, e l’ambasciatore indiano Meera Shankar ha dichiarato che l’India sarà soddisfatta solamente quando verranno regolarizzate in modo giusto le situazioni di tutti gli studenti coinvolti. Ma per chi ha seguito da vicino la questione della Tri-Valley, la notizia della sistemazione di 700 studenti sembra già un gran passo avanti.

Il provvedimento è stato attuato sulla scia di un personale intervento del Segretario di stato americano Hillary Clinton. In una comunicazione inviata a Shankar, la Clinton ha assicurato all’India che i casi di tutti gli studenti interessati siano stati considerati con molta attenzione e che ognuno di loro avrebbe ricevuto un “trattamento equo e appropriato”.

Hillary Clinton ha preso atto del fatto che più di 100.000 studenti indiani si iscrivono ogni anno nelle università americane e ha dichiarato che gli Usa sarebbero felici di ospitare un numero ancora maggiore di studenti indiani nei prossimi anni.

Intanto, il ministro degli esteri indiano S.M. Krishna, piuttosto soddisfatto dell’esito del suo incontro con il Segretario di stato americano, ha lanciato un monito ai giovani indiani: “Devono essere gli stessi studenti – ha detto – a verificare i precedenti di un’istituzione universitaria al momento di scegliere la sede dei loro studi all’estero”.

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