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Soldi dai Gheddafi, scossone alla London School of Economics

da | Mar 2011 | News | 0 commenti

La notizia era nata come una accusa di plagio nella tesi di laurea del figlio di Gheddafi, Saif, mossa della comunità di studenti della London School of Economics, una delle business school più prestigiose al mondo che ha sfornato ad oggi ben 16 premi Nobel.

Negli ultimi due giorni però la faccenda si è trasformata in un caso dalla portata internazionale, che ha condotto alle dimissioni il direttore dell’ateneo Howard Davies per le dure critiche avanzate dagli studenti, in quanto avrebbe accettato negli anni passati somme milionarie da parte del leader libico, sotto accusa per le repressioni dei civili indignando le democrazie di tutto il mondo.

Le critiche avanzate alla presunta originalità della tesi di laurea Sair Gheddafi sembravano infatti in un primo momento nate sulla scorta di quanto accaduto in questi giorni al ministro della Difesa tedesco Guttenberg, portando all’attenzione dell’opinione pubblica ben 16 passaggi del progetto titolato, quasi profeticamente, “Il ruolo della società civile nella democratizzazione delle istituzioni della global governance”, che sarebbero nel mirino per plagio.

I sit-in, i volantini per il campus e le proteste nei locali del Rettorato hanno però fatto strada sino ad approdare ad una verità molto più scomoda di una semplice tesi. A scatenare le polemiche e le accuse è infatti il contatto tra il Direttore e il leader libico, concretizzato nel 2009 dopo la laurea di Sair, che ha portato la London School of Economics ad accettare una donazione da parte del Fondo Internazionale per la Beneficenza e lo Sviluppo intestato al figlio del generale libico, una somma di quasi 2 milioni di sterline per la formazione di 400 futuri leader dell’area nordafricana.

Notizia confermata successivamente dal Foreign Office che sebbene a conoscenza dell’accordo, ha tenuto a chiarire che si tratta di una stipula di natura privata, in cui “il ministero non è mai stato coinvolto a fondo nei dettagli”.

La precisazione di Deavis sul fatto che una parte della somma sia stata fino ad oggi utilizzata per borse di studio per studenti nordafricani non è però stata sufficiente a risparmiargli le dimissioni, dovute a suo parere visto che ha riconosciuto che la “reputazione” del prestigioso istituto ha sofferto per causa sua. Una goccia nel mare però, a quanto sembra, viste le recenti esternazioni di un professore britannico, il quale ha stimato che dal 2006 a oggi le donazioni esterne accettate dalle università britanniche da parte di istituzioni islamiche non sono che aumentate.

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