Ben 240 vittime, tra morti e dispersi, è questo il bilancio sisma che il 22 febbraio scorso ha devastato la città di Christchurch e la regione di Canterbury nell’Isola del Sud della Nuova Zelanda. Si stima inoltre che il terremoto, di magnitudo 6.3, abbiamo provocato danni materiali per 11 miliardi di dollari, oltre 10 mila case dovranno essere abbattute. Alla devastazione non sono scampate le strutture universitarie, molti gli studenti tra le vittime e dispersi, che – annuncia il governo – potrebbero non essere mai ritrovati.
La mente corre subito a L’Aquila e proprio come nel caso del terremoto abruzzese scatta la solidarietà nazionale e internazionale. Molte università del Paese hanno aperto le porte agli studenti sfollati, in attesa che l’Università di Canterbury possa riprendere la propria attività. Dall’altra sponda del Mar di Tasmania, un aiuto arriva dall’Università di Adelaide che offre agli studenti terremotati di Christchurch la possibilità di continuare gli studi in terra australiana, adottandoli come hanno fatto le università caraibiche con gli haitiani.
L’ateneo si offre di accogliere per il primo semestre dell’anno accademico fino a 500 studenti del primo anno. Duecento i ragazzi che hanno già accettato e approderanno proprio in queste ore ad Adelaide. L’università offre gratuitamente l’accesso agli studi e alle strutture, a carico degli studenti ospiti ci sarà solo l’alloggio, ma l’ateneo spera che il personale e gli studenti locali, che supportano l’iniziativa, possano offrire delle stanze agli sfollati.
L’Università di Canterbury, che ha subito danni ingenti, ha annunciato la sospensione delle cerimonie di laurea, ma promette di iniziare il progressivo ripristino delle attività a partire dal 14 marzo prossimo. Il rettore Rod Carr ha invitato in questi giorni gli studenti a non disdire troppo in fretta le proprie immatricolazioni, passando definitivamente ad altri atenei: dal prossimo semestre potranno riprendere i loro studi a Canterbury. In attesa del ripristino degli edifici saranno approntate entro 8 settimane delle strutture temporanee, per una superficie complessiva di 8.000 metri quadrati. Una cerimonia nazionale in ricordo delle vittime è stata indetta per il 18 marzo prossimo.