Giro di vite sugli evasori alla Federico II di Napoli. Le Fiamme gialle hanno avviato un’indagine presso l’università partenopea per scovare gli evasori fiscali, scoprire false dichiarazioni dei redditi per ottenere agevolazioni sulle rette universitarie. Il sospetto è che ci siano troppi furbi e l’obiettivo è far confluire nelle case dell’ateneo le somme dovute.
Nel corso di questa settimana verrà infatti posta in essere una intesa fra la Guardia di finanza e la Federico II per indagare sui casi di false dichiarazioni ed evasioni, partendo da una lista di nomi sospetti, in quanto, secondo il generale Giuseppe Mango, comandante regionale, “ci sono studenti che percepiscono un reddito proprio o che non provengono da famiglie indigenti, contrariamente a quanto dichiarano”.
La “task force” anti-evasione si va ad aggiungere a un piano più ampio delle autorità finalizzato a scovare il giro di affari sommerso nella Regione Campania, che secondo recenti analisi arriverebbe a costituire il 64% dell’economia locale.
Tra le principali ragioni dell’operazione, spiegano i finanzieri, vi sarebbe un aumento apparentemente ingiustificato dell’evasione fiscale, che dovrebbe invece contrarsi in considerazione dei tempi di crisi e del diminuire dei trasferimenti di denaro. Tuttavia, aggiungono gli inquirenti, “non sono coinvolti solo il commerciante o il singolo studente, ma anche medici, avvocati e imprenditori che non fatturano. Insomma, i colletti bianchi portano la bandiera dell’evasione”.
L’iniziativa va inquadrata anche alla luce dei recenti tagli all’istruzione e delle proteste del mondo universitario contro la riforma Gelmini. I fondi a disposizione, insomma, diminuiscono e gli atenei, soprattutto quelli del Sud, si trovano in una situazione di svantaggio tale da vedersi obbligati a rafforzare l’azione di recupero delle risorse, da operare innanzitutto attraverso i tagli agli sprechi e la lotta all’evasione.