È uscita da pochi giorni la classifica annuale degli Mba del Financial Times. Il primo gradino del podio è stato conquistato da un master europeo, quello della London Business school, seguita al secondo posto dalla University of Pennsylvania Wharton e al terzo dalla Harvard Business school.
Il ranking si basa su venti parametri, tra dati forniti dalle scuole e le valutazioni fornite dagli ex-studenti, tra cui, per esempio il successo nel placement, l’avanzamento di carriera, il ritorno sull’investimento in formazione (rapporto tra incremento salariale dei partecipanti e spesa di partecipazione al programma), e la possibilità di esperienze internazionali per gli studenti.
Tra gli Europei i più numerosi sono gli Mba britannici: oltre al primo posto sono quindici gli istituti del Regno Unito ad essersi aggiudicati una posizione nel ranking. Tra le prime dieci si trovano anche la francese Insead e le spagnole IE Business school e Iese Business school.
Meno successo per il nostro Paese che ha piazzato solamente due atenei in classifica. Al ventottesimo posto si piazza la Sda della Bocconi di Milano, che recupera dieci posizioni rispetto allo scorso anno e quattro posizioni se si considerano solamente gli Mba europei. Entra per la prima volta nel ranking, al novantaseisimo posto, la School of management del Politecnico di Milano. Questi alcuni dei dati considerati delle due scuole nostrane: alla Bocconi chi ha frequentato il relativo corso guadagna mediamente 110mila dollari e ha visto i propri compensi aumentare del 123%, alla School of Management del Politecnico il guadagno medio è di 74mila dollari, con incremento del 94%.
Grande soddisfazione per la Sda Bocconi che si è recentemente classificata prima al mondo nel ranking di Bloomberg Businessweek sul ritorno dell’investimento: “Il posizionamento tra le migliori scuole internazionali è un nostro obiettivo primario e questo ulteriore miglioramento nella classifica è una grande soddisfazione – spiega Guido Tabellini, rettore della Bocconi -. Questi risultati si raggiungono solo investendo continuamente in ricerca, faculty e didattica di qualità come fa la Bocconi”.