Gli studenti dell’Università di Torino protestano contro i tagli all’istruzione pubblica e occupano il rettorato proprio durante la cerimonia per il conferimento delle lauree honoris causa. Si tratta di circa cinquanta studenti che appartengono al gruppo autonomo Studenti indipendenti di Torino.
“Ci definiamo Indipendenti poiché rivendichiamo la nostra indipendenza da qualsiasi altra organizzazione” – si legge nel manifesto online degli Studenti indipendenti, organizzazione che si definisce libera dall’ingerenza esterna di qualsiasi partito, gruppo, associazione, organizzazione politica o religiosa.
“Siamo e rimarremo, eletti o meno, rappresentanti degli studenti – si legge ancora nel manifesto – e rendiamo conto delle nostre scelte e delle nostre azioni solo ed esclusivamente agli studenti che vogliamo andare a rappresentare nei vari organi collegiali dell’Università”.
Durante l’occupazione improvvisa e assolutamente inaspettata per le istituzioni accademiche torinesi, gli studenti hanno accettato di parlare con il rettore Ezio Pelizzetti e si sono accordati per parlare ed esprimere le motivazioni della loro protesta, ribadendo appunto la difesa del diritto allo studio di tutti gli studenti, leso prima di tutto dai tagli all’istruzione pubblica che tolgono strumenti e risorse per insegnare e apprendere il sapere.
Nei giorni precedenti c’erano già stati segni di insofferenza da parte degli studenti, in particolare per i criteri di assegnazione delle borse di studio. Per questo era stato presidiato il Comitato regionale di coordinamento delle università – in sigla CoReCo – che proponeva – secondo un comunicato ufficiale degli studenti – “la restrizione dei criteri di idoneità rispetto al passato, riducendo dunque il numero di potenziali beneficiari”.
In ogni caso l’accordo tra i manifestanti e il rettore ha permesso la ripresa della cerimonia in corso e le lauree honoris causa sono state consegnate regolarmente al prof David Mumford – in matematica -, al prof Satya Vrat Shastri per la disciplina Filologia, letterature e storia dell’antichità e al prof Marcello Cesa Bianchi in Psicologia.
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