“Rovesciamo il presente, liberiamoci dalla precarietà”: è con questo slogan che gli studenti si preparano a scendere in piazza, pronti a protestare contro le azioni intraprese dal governo Monti in tema di lavoro e istruzione. È la prima grande azione con cui la Rete della conoscenza, protagonista di numerose proteste durante il 2010 e 2011 contro i decreti Gelmini e il governo Berlusconi, torna in scena dopo gli scontri dello scorso autunno.
Presidi e flash mob hanno coinvolto studenti superiori e universitari di tutta Italia. La contestazione pubblica, che arriva alla vigilia del 25 aprile, è spinta numerosi motivi. Alla base, comunque, c’è la convinzione che l’azione del governo Monti sui fronti dell’università, della ricerca e dell’apprendistato sia ancora in linea con quella del centrodestra e del governo precedente.
In numerose città sono state al centro degli slogan la precarietà e la continuità, manifestata dal ministro Francesco Profumo, nell’applicazione della legge Gelmini, ma anche contro la volontà di abolire il valore legale della laurea e contro il “referendum” promosso via internet del ministero, giudicato tendenzioso dagli studenti. Secondo il movimento, inoltre, i decreti attuativi 436 e 437, creati dall’attuale governo, offrono la possibilità di aumentare le tasse.
Tra i motivi che hanno spinto anche gli studenti delle superiori a ritornare in piazza, l’avanzamento della “proposte Aprea” che prevede un consiglio dell’autonomia nei singoli istituti, ognuno dotato di un suo statuto, e la possibilità di chiamata diretta dei docenti da parte delle scuole. La protesta è partita dalla sede del ministero dell’Istruzione, a Roma, e un corteo si è svolto anche a Torino, con partenza dalla sede distaccata del Miur, a piazza Albarello.
Questa notte, nella Capitale, un gruppo di studenti ha srotolato uno striscione con la scritta
“Titolo di studio o carta straccia?” davanti alla sede del Miur, srotolando carta igienica sulla scalinata dell’edificio di viale Trastevere per manifestare il disappunto rispetto alla possibilità di abolire il valore legale della laurea.
Gli studenti sono in agitazione anche a Napoli, con una serie di iniziative sulla mobilità mancata, e a Genova, dove la protesta si è svolta davanti alla prefettura contro il decreto sul lavoro messo a punto dal ministro Fornero. Manifestazioni anche a Padova, Trieste, Siena, Pisa, Salerno, Avellino e Foggia, con un presidio presente anche a Bari, dove in in 300 hanno occupato il tetto della facoltà di Giurisprudenza.
Già annunciata, inoltre, una prossima iniziativa: il 16 maggio verranno boicottati i test Invalsi, mentre Udu e Rete degli studenti annunciano che saranno nuovamente in piazza il 10 maggio, al fianco della Cgil, per protestare contro la precarietà. Torna quindi a farsi sentire la mobilitazione degli studenti, che fanno sentire la loro voce dopo il periodo “caldo” di contestazione al governo Berlusconi e alla riforma Gelmni che li avevano visti coinvolti in numerose manifestazioni.
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