Contrari 302, favorevoli 323. La Camera dei Comuni britannica, dove la coalizione di maggioranza Tory-Libdem ha 80 eletti più della minoranza, ha approvato con 21 voti di vantaggio la legge sulle rette universitarie. Mentre fuori da Westminster le proteste si facevano sempre più violente, i voti contrari tra i liberaldemocratici sono stati 21, con 27 favorevoli e 7 astenuti. L’accordo di coalizione in realtà consentiva ai deputati di astenersi sulla questione ma non di votare contro.
Al termine delle operazioni di voto, alcuni studenti hanno fatto irruzione nella sede del ministero del Tesoro rompendo le vetrate dell’edificio, mentre altri prendevano di mira, senza procurargli danni, l’auto su cui viaggiavano il principe Carlo e Camilla Parker Bowls. Circa 150 mmanifestanti hanno invece occupato temporaneamente la Sala degli impressionisti alla National Gallery.
Al termine degli scontri si contavano 22 feriti tra i manifestanti e 9 tra le forze dell’ordine (alcuni gravi), e mentre gli operatori della sicurezza hanno detto che alcuni soggetti sono arrivati nella capitale britannica con l’obiettivo preciso di creare scompiglio, gli studenti e parte della stampa hanno criticato l’atteggiamento della polizia.
Alcuni manifestanti hanno dato alle fiamme una garitta della polizia in quel momento non presidiata. Un portavoce delle forze dell’ordine ha ha espresso forte delusione per il comportamento degli studenti e ha sostenuto che alcuni manifestanti sono venuti a Londra con lo scopo preciso di commettere atti di violenza.
L’aumento delle rette universitarie entrerà in vigore inizialmente soltanto per l’Inghilterra, mentre non riguarda Galles, Scozia e Irlanda del Nord. Dal 2012 le rette passeranno da poco più di 3.000 sterline a un massimo di 9.000. Il governo ha introdotto anche la possibilità di concedere prestiti agli studenti, che potranno ripagare le rette pagando il 9% dello stipendio appena iniziano a lavorare.
Il leader dell’Unione nazionale degli studenti, Aaron Porter, ha imputato la sconfitta al tradimento dei politici che non hanno mantenuto la promessa di non votare per l’aumento delle rette. Ma la nostra protesta e il nostro lavoro – annuncia – hanno innescato una nuova ondata di attivismo“.
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